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Due rebus per il dl Dignità: più tasse e meno insegnanti

Imposte su lotterie e plastiche per coprire il bonus per i neoassunti. Scuola, in bilico settemila maestri

Due rebus per il dl Dignità: più tasse e meno insegnanti

Il decreto Dignità arriverà domani in Aula alla camera con due questioni cruciali ancora sul tavolo. Da una parte la copertura dei 300 milioni necessari per finanziare la decontribuzione del 10% per coloro che assumono a tempo indeterminato. In seconda istanza, c'è la grana dei diplomati magistrali che hanno ottenuto incarichi nelle scuole e che rischiano di perdere il posto.

Entrambi i temi sono di fondamentale importanza per il neonato governo considerato che toccano direttamente le basi elettorali di Lega e Cinque stelle, ma la soluzione è tutt'altro che semplice. Per quanto riguarda il taglio del 10% del costo del lavoro promesso dal ministro Di Maio, la copertura finanziaria richiede uno slalom tra le proposte di inasprimento fiscale avanzate di recente. Un centinaio di milioni potrebbe arrivare dal comparto dei giochi innalzando le aliquote della tassa sulle vincite (dall'8 al 10% per il Lotto e dal 12 al 14% per gli altri giochi) nonché aumentando la base d'asta per il Superenalotto (da 200 a 300 milioni). Resta, però, scoperto gran parte dell'emendamento che si dovrebbe presentare.

Secondo fonti dell'opposizione, si potrebbe pescare nel calderone delle proposte che il Pd aveva lasciato cadere nella precedente legislatura per motivi elettorali. Da una parte si potrebbe imporre un contributo di qualche centesimo sulle bottiglie di plastica (nonché su altri prodotti) e/o sulle bevande analcoliche zuccherate. Si tratta di imposte molto liberal che cercano di convincere i cittadini ad adottare stili di vita socialmente responsabili (la plastica inquina e l'abuso di soft drink zuccherati può provocare diabete e malattie cardiovascolari), ma che - in quanto tasse - hanno ricadute negative in termini di posti di lavoro (meno vendite più licenziamenti) nonché sulle tasche dei contribuenti. Non resta molto altro su cui insistere considerato che l'aumento del prelievo sulle videolotterie andrà a finanziare il bonus per gli under 35 prorogato dal governo fino al 2020.

Resta poi il problema dei diplomati magistrali. Un emendamento al decreto Dignità prevede la continuità didattica per il 2018/2019 per i diplomati prima del 2001/2002 e ne fissa l'assunzione tramite concorso straordinario su base regionale con una sola prova orale al quale potranno accedere appunto i diplomati magistrali e i laureati in scienze della formazione che abbiano svolto almeno due anni di servizio negli ultimi otto. Questa modalità, ha spiegato il segretario di Anief-Cisal Marcello Pacifico, significa « licenziare 6mila docenti assunti in ruolo che hanno superato a pieni voti l'anno di prova: rivendichiamo ancora una volta la riapertura di quelle graduatorie a esaurimento (Gae) da cui ogni anno lo Stato ricerca i 100mila supplenti indispensabili per mandare avanti le nostre scuole». A questo si aggiungerà pure l'esclusione dalle Gae di circa 45mila diplomati magistrali alla fine del prossimo anno. In attesa di un concorsone che potrebbe rivelarsi penalizzante per molti che, praticamente, dovranno ricominciare da zero (se risulteranno vincitori) la loro carriera lavorativa.

C'è da registrare, infine, la forte irritazione della Cgil per la reintroduzione dei voucher.

«La mia sensazione è che ormai il decreto non sia all'altezza di usare il nome dignità», ha commentato il segretario Susanna Camusso.

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