Politica

Due valanghe in un'ora: tre morti fuori pista sulle nevi di Courmayeur

Le vittime sono un torinese, un tedesco e un belga: gli sciatori travolti sono una ventina

Nadia Muratore

Giornata tragica sulle montagne della Valle d'Aosta. In meno di un'ora due tragiche valanghe a pochi chilometri di distanza l'una dall'altra. Pesante il bilancio del primo, imponente distacco di neve, avvenuto poco prima delle 13 in Val Veny, nel comune di Courmayeur. Il bilancio è di tre morti e numerosi feriti e alcuni di loro, almeno tre, sono in gravi condizioni. Le persone rimaste coinvolte sono una ventina, di nazionalità italiana, tedesca e belga. Le vittime sono un belga, un tedesco e un italiano, di Torino. Il disastro si è verificato nel canale dello Spagnolo, dove si pratica il fuoripista nella zona del Plan de la Gabba-La Visaille. La seconda slavina, si è invece staccata al Colle San Carlo, tra La Thuile e Morgex, ed ha travolto una coppia di scialpinisti, individuati e tratti in salvo dalle guide del Soccorso alpino. Sono vivi per miracolo. I primi ad intervenire lungo il canale dello Spagnolo, sono stati alcuni sciatori «freeriders» che si trovavano poco distanti e, prima ancora dell'arrivo dei soccorsi, si sono messi a scavare nella neve per cercare eventuali persone rimaste sepolte.

In val Veny sono arrivati due elicotteri della protezione civile valdostana che hanno portato in quota due medici del 118 e numerose guide alpine con le unità cinofile. Imponente la macchina dei soccorsi che ha operato fino a quando non è calata l'oscurità. Le operazioni riprenderanno all'alba di oggi, anche per essere certi che sotto quella neve non ci siano altre vittime. Nella zona sono stati segnalati molti accumuli di neve, in particolare nei canaloni, a causa del vento che ha soffiato in quota nelle ultime ore. Il pericolo valanghe infatti, era marcato, con un indice tre su una scala di cinque punti, per il manto nevoso fresco ma anche per le forti raffiche di vento. «Numerosi gruppi distinti, di diverse nazionalità - spiega Delfino Viglione, maresciallo comandante del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Entrèves - sono entrati in questo canalone ripido e probabilmente è partita una placca di neve. Si è così creato un effetto valanghivo che ha trascinato alcuni di loro giù nel canale dove ci sono dei salti di roccia. Alcuni di loro, infatti, sono morti anche per traumi legati alla caduta proprio su queste rocce. La giornata - prosegue Viglione - non era l'ideale per praticare il fuoripista, a causa di un rialzo della temperatura, che si è verificato poche ore dopo una nevicata». Non è stato facile per i soccorritori raggiungere le vittime e gli sciatori da soccorrere, che poi sono stati trasportati, in elicottero, presso l'ospedale Umberto Parini di Aosta. Uno di loro, in condizioni disperate, è stato ricoverato in rianimazione e nella tarda serata di ieri, non era ancora stato identificato. «Sembrava un campo di battaglia, persone che urlavano, che gridavano, tutte in lingua diversa - ha raccontato sconvolto Daniele Ollier, vicebrigadiere della Guardia di Finanza - É stato un intervento davvero complesso».

Tutti gli sciatori erano dotati di Arva, l'apparecchio per la ricerca in valanga ma questo non è bastato per salvar loro la vita. Non sarà facile per gli inquirenti ricostruire la dinamica dell'incidente. Sicuramente sarà ascoltata, come persona informata sui fatti, una guida tedesca che accompagnava il gruppo di sciatori ed è rimasta miracolosamente illesa. Fatalità ed imprudenza non hanno lasciato scampo ai tre sciatori, nonostante fossero esperti ed i soccorsi siano stati tempestivi.

Anzi, il bilancio nel canalone dello Spagnolo, poteva essere ancora più tragico.

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