Cronache

Duomo, telecamere spente. Milano indifesa per privacy

L'impianto in chiesa c'è ma non è stato attivato. Giallo sulla porta rimasta aperta mercoledì notte

Duomo, telecamere spente. Milano indifesa per privacy

Un nuovo sistema di sorveglianza «intelligente», con 56 telecamere all'interno del Duomo di Milano, capaci di controllare sia gli accessi sia l'interno e la parte interrata della cattedrale. Peccato che per motivi legati alla privacy e alla burocrazia, questo impianto così all'avanguardia sia inattivo. Pronto, installato, autorizzato dall'Autorità garante per la protezione dei dati personali, ma ancora non funzionante, perché il via libera del Garante della Privacy, datato 23 febbraio 2017, è stato solo il primo capitolo di una storia che non è ancora finita.

Tra passaggi legali, formali e amministrativi interni, problemi legati a «modalità e incarico di trattamento dei dati», ovvero problemi di privacy, e la necessità di individuare le figure titolate a gestire l'impianto, il sistema all'avanguardia, con telecamere termiche in grado di verificare ogni movimento e oggetto sospetto, anche di notte, fino a oggi è rimasto cieco. In fase sperimentale, al buio, nonostante la Veneranda Fabbrica del Duomo si sia mossa già nel dicembre 2016, anche a seguito di una segnalazione dell'Fbi che nel 2015 indicava la cattedrale di Milano come possibile obiettivo di attacchi terroristici. Un ritardo che parzialmente si giustifica anche con i cambiamenti ai vertici della Veneranda Fabbrica, dopo la morte del direttore, Gianni Baratta, nel marzo scorso, e l'avvicendamento del presidente, incarico oggi ricoperto da Fedele Confalonieri.

La sicurezza ovviamente rimane ben garantita, come sanno le diecimila persone, tra turisti e fedeli, che ogni giorno entrano in Duomo. I varchi sono controllati grazie all'impegno dell'esercito e delle forze dell'ordine in stato di allerta continuo, oltre che del personale della Fabbrica: prima di entrare, si passa sotto il metal detector e vengono perquisiti borse e zaini. Esiste il vecchio sistema di sorveglianza, lo storico impianto di controllo accessi (con software, hardware e dispositivi indipendenti dal nuovo) che ancora pochi giorni fa, nella notte tra il 20 e il 21 settembre scorso, ha sventato una situazione di potenziale pericolo.

La porta dei fedeli (guardando il Duomo, a sinistra) è stata trovata aperta (più precisamente socchiusa) a mezzanotte e mezza, ben oltre le 19, orario serale di chiusura della cattedrale, ed è stato il vecchio impianto di controllo a dare l'allarme. Il portale è antico, a oltre dieci mandate, e le operazioni di chiusura vengono effettuate ogni sera dal personale del Duomo sotto la vigilanza dell'esercito. Così è accaduto anche mercoledì scorso, ma qualcosa è andato storto. A mezzanotte e mezza, scattato l'allarme, sono subito partiti controlli e bonifiche, non è stato riscontrato nulla di irregolare e giovedì 21 settembre il Duomo ha potuto riaprire le porte a chi desiderava pregare o visitare la cattedrale. E adesso si indaga per capire meglio che cosa sia accaduto.

Non è il primo motivo di preoccupazione. Nel luglio 2013 un jumper era riuscito a lanciarsi all'alba con il paracadute dalle terrazze del Duomo. E nel luglio 2016 era accaduto qualcosa di simile: un turista aveva passato la notte chiuso dentro la cattedrale.

È nata anche così l'esigenza del nuovo sistema intelligente, però ancora inattivo.

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