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E la Boldrini prepara il blitz: portare al Colle il suo dirigente

Pronta la proroga per il funzionario in età da pensione che guadagna mezzo milione

E la Boldrini prepara il blitz: portare al Colle il suo dirigente

A quanto ammonta? chiedeva Peppino nella Malafemmina. Nessuno lo sa con esattezza. «Lo stipendio del segretario generale della Camera Ugo Zampetti rimane un mistero impenetrabile. Le ultime stime lo danno tra i 500 e i 600 mila euro l'anno» dice il deputato Fraccaro (M5S). Altre stime davano un 478mila euro l'anno, cioè il doppio del tetto che si vorrebbe introdurre per i dipendenti della Camera, ma che forse non tiene conto di indennità aggiuntive. Comunque, più di tutti (compresi ministri, deputati, e capo di Stato), come numero uno dell'amministrazione della Camera, dal 1999 (c'era Violante) ad oggi, quindi anni di potere ininterrotto.

Che potrebbero continuare, in due modi diversi, malgrado ormai la sopraggiunta età da pensione, 65 anni. Le voci a Montecitorio parlano di un blitz entro l'estate, promosso dalla presidente del «Comitato per gli affari del personale» della Camera, la deputata piddina Marina Sereni, e dalla presidente della Camera Laura Boldrini (molto legata, quasi dipendente si dice, alle preziose indicazioni di Zampetti su norme e regolamenti parlamentari), per prorogare l'incarico del segretario generale oltre l'età pensionabile.

Ma c'è anche un'altra voce che circola con insistenza, e arriva dai piani alti della Camera. Quella cioè che vorrebbe Zampetti e la Boldrini uniti in uno scenario futuro, non a Montecitorio ma al Quirinale. Pare infatti che la Boldrini non si veda male come prossimo capo dello Stato, al posto di un Napolitano che non ha fatto mistero di desiderare una scadenza anticipata per il suo secondo mandato. Il capo della macchina amministrativa-legislativa del Quirinale, al momento retta da Donato Marra (74 anni,e per l'appunto ex segretario generale della Camera), sarebbe già designato per la Boldrini: lui, Zampetti. Rumors da Transatlantico, almeno per ora.

Se così fosse, o anche se fosse proprogato l'incarico, Zampetti batterebbe il record di segretario generale più longevo della storia repubblicana.

Aiutato in questo anche dal regolamento della Camera, che non prevede scadenza per quell'incarico, e rende difficile anche rimuoverlo. «Noi riteniamo incongruente il fatto che sia prevista una maggioranza semplice per l'elezione del segretario generale, e che sia prevista, invece, la maggioranza dei due terzi per la revoca del Segretario generale» arringò Rita Bernardini, deputata e segretaria dei Radicali, chiedendo di votare una modifica del Regolamento della Camera sulla carica a vita del segretario generale. Inutile dire come sia finita. Il segretario generale ha anche la sua dotazione, circa 100mila euro per spese di funzionamento del suo ufficio. Buona parte delle quali, secondo la Bernardini, sono andate vie per «spese legali a difesa della Camera e per l'acquisizione di pareri, nonostante la Camera sia dotata di un ufficio di Avvocatura dei più pregiati in Italia».

D'altronde sull'uso dei soldi pubblici dei vertici amministrativi della Camera vigilano loro stessi, perché la Corte dei conti non può ficcare il naso in un organo costituzionale.

E fino a poco tempo fa a capo del «Servizio del controllo amministrativo» chi c'era? Ancora lui, l'eterno Zampetti.

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