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E Giorgetti punge ancora M5s: "Prescrizione? Contratto diverso"

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti punge i girllini. Il tema caldo è quello della prescrizione

E Giorgetti punge ancora M5s: "Prescrizione? Contratto diverso"

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti punge i girllini. Il tema caldo è quello della prescrizione. Le scintille tra M5s e Lega di fatto non si spengono e adesso proprio il leghista manda un messaggio chiaro agli alleati di governo: "Nel contratto c'è la modifica della prescrizione? Non mi intendo di diritto penale, ma non credo che sia nei termini proposti dai relatori della legge".

Parole chiare che di fatto minano una delle tesi dei grillini che si appoggiano sugli accordi del contratto di governo per bloccare i "no" del Carroccio. Poi sempre sul tema della prescrizione spiega qual è la sua posizione: "Non mi interessano gli schieramenti. Occorre garantire la ragionevole durata di un processo che deve avere una fine. Evitiamo le contrapposizioni tra magistrati e avvocati. Pm e giudici sono i primi a vivere come sconfitta una pronuncia di prescrizione; ma un blocco della prescrizione può disincentivare l’impegno organizzativo nella gestione delle fasi di impugnazione". Poi il sottosegretario affronta il tema spinoso della manovra che di fatto passerà sotto la lente di Bruxelles e renderà di fatto questo autunno molto caldo: "Sulla manovra abbiamo trovato un punto di equilibrio. Sembrava dovessero venire giù gli equilibri mondiali a causa nostra e invece adesso sui mercati va meglio. La vera questione è di forma: Bruxelles non può accettare che un Paese fondatore abbia una deviazione di questo tenore, perché sembra che metta in discussione la legittimità stessa della Commissione. Però adesso il governo ha chiarito che noi non intendiamo sovvertire l’ordine costituito, ma solo implementare la nostra politica".

Infine sulel scelte fatte dall'esecutivo di anticipare quota 100 e reddito e di smorzare di fatto la flat tax afferma: "È chiaro che l’approccio dei mercati e della Commissione sarebbe stato diverso se avessimo diminuito le tasse invece di aumentare le spese, ma ormai è fatta".

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