Politica

E per il gran finale anche l'Oriente in passerella

Soddisfatto il presidente della Camera nazionale: «Affluenza top di buyer e stampa»

Finale di partita ieri per la fashion week di Milano con tre sfilate in calendario. La prima, quella di Manchit Au, creatrice del brand cinese Ricostru. Poi i défilé di due giapponesi, Ujoh, collezione disegnata da Mitsuru Nishizaki e quella di Atsushi Nakashima. La designer cinese, che ha studiato all'Istituto Marangoni di Milano tratta con mano sicura i materiali tecnologici, mostra di preferire le sofisticate astrazioni dei volumi ma di sapere anche gestire le emozioni di nuovi colori. Mitsuru Nishizaki, designer giapponese del brand Ujoh punta sulle espressioni contemporanee della tradizione reinterpretando con twist contemporaneo i pezzi del british style. Molto ben riuscito il layering ovvero la sovrapposizione di vari indumenti, moderno escamotage per mettere insieme l'hi-tech con i classici, il pesante con il leggero, il tailoring con lo sportswear.

Infine Artsushi Nakashima manda in passerella materiali speciali come un suede sottile realizzato a mano e completi ordodossi fatti con un tessuto contenente platino. La settimana che si è appena conclusa, una delle migliori degli ultimi tempi per valore delle collezioni e risonanza degli eventi, dimostra che tutto si sta trasformando, che il business non segue più le logiche standardizzate di una volta, che la fluidità e l'elasticità mentale sono necessarie per crescere. «Abbiamo avuto un'affluenza top di buyer e di stampa. Per questo dobbiamo lavorare per cogliere sfaccettature diverse» spiega Carlo Capasa presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana parlando di una visione più cool del calendario.

Non ci sono solo sfilate ma aumentano presentazioni interessanti, momenti di comunicazione, finestre di dialogo, canali di vendita. Mille stimoli che fanno sì che Anna Wintour, potente direttore di Vogue America accusata spesso di voler concentrare in un paio di giorni la sua visione delle collezioni, è ripartita dopo alcuni giorni di permanenza a Milano dicendo di aver visto cose così interessanti e in una tale quantità che avrebbe voluto fermarsi più tempo.

E nella direzione di avere un giorno in più a disposizione lavora il presidente della Camera. Certo siamo schiacciati fra New York e Londra, ma stavolta, a dispetto degli accordi internazionali, siamo riusciti a piazzare, il giorno prima dell'inizio ufficiale della nostra fashion week, il grande evento Moncler, guarda caso nell'ultimo giorno delle sfilate della capitale britannica.

LSer

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