Politica

E Grillo la commissaria: «Olimpiadi? No grazie»

Beppe attacca media e governo. Saviano scarica il M5s: distrutta la fiducia degli italiani

Patricia Tagliaferri

Roma Beppe Grillo lascia Roma cercando di ricomporre almeno formalmente la frattura con Virginia Raggi e smentendo quanto pubblicato da alcuni giornali: «Mai detto che è pazza, ha la mia fiducia». Ma è evidente che di fatto la sindaca è commissariata, o quanto meno sorvegliata speciale, e che il leader pentastellato ha ripreso in mano le redini del Movimento. Innanzitutto nella Capitale, dove negli ultimi giorni i M5S stanno vivendo una crisi senza precedenti.

È infatti Grillo, e non la Raggi, a sciogliere il nodo della candidatura della Capitale alle Olimpiadi del 2024 ancor prima che lei incontri il numero uno del Coni, Giovanni Malagò per parlare dei Giochi. «Olimpiadi a Roma no grazie», scrive su Twitter il comico genovese rilanciando il contenuto di un intervento di Elio Lannutti di Adusbef postato in apertura del suo blog. Sembra una presa di posizione definitiva, una bella botta per il premier Renzi e il Coni che tanto si sono spesi per Roma 2024. E anche per gli atleti che a Rio sono saliti sul podio e che due giorni fa avevano scritto alla Raggi per chiederle di sostenere i Giochi. Ma ormai è Grillo a dettare la linea al Campidoglio. Lo fa con un tweet prima di tornare a Genova e senza neppure vedere la Raggi. Lei rimane sola, più che mai sotto assedio, senza mini direttorio e di nuovo alla ricerca di un assessore al Bilancio che le eviti l'ennesima figuraccia e pure con la questione Olimpiadi da chiudere seguendo il solco già tracciato. A ricordarle che «i romani hanno eletto Virginia Raggi, non Beppe Grillo» ci pensa Andrea Marcucci, del Pd, presidente della commissione Cultura del Senato, davanti alla quale la sindaca avrebbe dovuto parlare martedì prima che la sua segreteria, ieri, annullasse tutto. «Dire no alle Olimpiadi non è uno schiaffo a Renzi o al Pd - le ricorda Marcucci - ma al futuro della Capitale. La Raggi ha la straordinaria opportunità di dimostrarsi autonoma dal mini e dal maxi direttorio del M5S. Lei ci mette la faccia». Ma il no grillino è chiarissimo sul post del leader. «Le Olimpiadi o i Mondiali - si legge - possono essere funzionali alle classi politiche ed economiche per appagare il delirio di onnipotenza di immarcescibili saltimbanchi e molti affari per gli imprenditori, i Giochi spesso vengono utilizzati per ipotecare il futuro dei giovani gonfiati di debiti e come potenti armi di distrazioni di massa».

Tutto questo sul blog compare accanto ad un altro intervento, insolitamente firmato da Grillo, il cui il comico torna ad attaccare i media e il governo puntando il dito contro «l'accanimento mediatico di giornali e tg di regime contro il Movimento», funzionale «a coprire i dati economici che mostrano un Paese che va a rotoli».

Le vicissitudini della giunta capitolina e la deriva pentastellata hanno colpito anche Roberto Saviano, finora rimasto fuori dalle beghe grilline. «Oggi i peggiori nemici del M5S sono nel M5S e non è la stampa che ha esagerato o gli avversari politici che sull'affaire capitolino ci hanno marciato», riflette lo scrittore. Saviano è duro con i grillini: «La responsabilità del M5S è quella di aver spinto nel precipizio più profondo anche l'ultima briciola di fiducia che gli italiani ancora, gelosamente, conservavano nella politica».

Sostiene che «per governare bisogna scendere a compromessi e il modo peggiore di condividere con i cittadini delle scelte che sanno di compromesso è attraverso mail private o messaggini fatti trapelare senza che ci fosse alcun accordo».

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