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E i giudici francesi fanno un passo indietro Via il reato di consultazione di siti jihadisti

La Consulta boccia la legge anti terrorismo: internet resti libero per tutti

E i giudici francesi fanno un passo indietro Via il reato di consultazione di siti jihadisti

In nome della vituperata liberté, la Corte costituzionale boccia il reato di consultazione abituale di siti jihadisti. L'articolo 412-2-5-2 del codice penale, contenuto nella legge antiterrorismo del 2016, permette di processare e condannare fino a due anni di prigione e al pagamento di 30mila euro di multa chi, in Francia, frequenta «abitualmente» piattaforme di propaganda dello Stato islamico, e più in generale forum legati alla galassia terrorista. Per procedere a una condanna, nei casi finora giunti a processo, si sono tenuti presente anche lo scambio di immagini che esaltano la metodologia kamikaze o video che mostrano come fabbricare una bomba artigianale. Come dire: nessuno è stato sbattuto in carcere per un clic di curiosità e sdegno, essendo per altro esclusi giornalisti, ricercatori e giuristi. Ma i giudici della Corte sono contrari a queste distinzioni.

Da ieri con effetto immediato hanno stabilito che il «reato di consultazione abituale» di domini online dedicati a colpire gli infedeli non sarà più punibile con gli attuali 730 giorni di prigione e 30mila euro. «La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni» è garantita dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e implica la libertà di accedere a internet, scrivono i «saggi». Dunque si potrà tornare a farsi indottrinare.

Per anni è successo in Francia, a partire dal «lavoro» di uno dei più noti «talent scout» dell'Isis: il trentenne Rachid Kassim, originario della Loira, che dalla Siria ha fatto circolare in rete manuali per «lupi solitari», concretizzati da uomini e donne che hanno colpito negli ultimi 12 mesi partendo dallo schermo di un pc. Dall'invito ad «attacchi col camion» (Nizza), all'«instillare paura nei miscredenti» con armi di plastica e finte cinture esplosive. Il maxi-provvedimento anti-terrorismo, votato dal Parlamento francese in doppia lettura per «rinforzare la lotta al terrorismo», viene smembrato, ridotto a qualche arresto preventivo.

Come è potuto succedere? Semplice: dicembre scorso, un francese condannato a due anni per questo reato si era rivolto alla Corte, contestando l'ineguaglianza dei cittadini prodotta da un «testo molto vago» sulle persone fisiche esentate. Si torna liberi, con un clic, di partecipare ai forum che fanno apologia del terrore e insegnano come diventare un soldato dell'Isis in Europa.

Liberi tutti.FDR

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