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L'ex numero uno si porta a casa 33 milioni

Buonuscita record per Winterkorn. Agenzie di rating sul piede di guerra. Oggi il consiglio per la nomina del successore

Martin Winterkorn, ex ad Volkswagen
Martin Winterkorn, ex ad Volkswagen

Venezia - Martin Winterkorn, 68 anni, forse il top manager (ora ex ) dell'auto più pagato in assoluto, saluta tutti e lascia la patata bollente dei test sulle emissioni truccati al suo successore che sarà nominato oggi. Se ne va con due grossi regali da parte del gruppo Volkswagen: il riconoscimento della sua estraneità alle cause che hanno scatenato lo tsunami e, soprattutto, la possibilità di incrementare il suo già ricchissimo conto in banca. Per non essersi accorto di quanto stava succedendo negli Usa, a Winterkorn sarà ugualmente accreditato un bonifico corrispondente a due annualità: una buonuscita di oltre 33 milioni (nel 2014 il suo stipendio, il secondo più alto in Germania, è stato di 16,6 milioni). A questa cifra, inoltre, si sommerà una mega liquidazione pari a 28,6 milioni. Winterkorn, inoltre, secondo il suo contratto, potrà utilizzare un'auto Volkswagen per tutto il periodo in cui gli verrà corrisposta la pensione. Non male per aver lasciato l'azienda con possibili cause civile per 50 miliardi, oltre ad altri esborsi per far fronte a sanzioni, richiami, campagne sull'immagine e altro.

Oggi, dunque, scatta ufficialmente la «fase 2» del gruppo Volkswagen. Da una parte il consiglio di sorveglianza nominerà il nuovo ad, e dall'altra cadranno, dopo quella di Winterkorn, altre teste. Praticamente sicuri i «sacrifici» di Michael Horn, il responsabile del mercato Usa, e di Heinz-Jacob Neusser, capo del settore sviluppo sempre di Volkswagen. Più di un piede fuori dall'azienda avrebbero anche Ulrich Hackenberg e Wolfgang Hatz, due ingegneri, inseriti al vertice del gruppo. Hackenberg è il responsabile Ricerca & Sviluppo di Audi, nonché membro del board esecutivo di Volkswagen, mentre Hatz è un tecnico di primo livello in Porsche.

Per il vertice, invece, Matthias Mueller, attuale numero uno di Porsche, avrebbe raccolto la maggioranza dei consensi all'interno del consiglio di sorveglianza composto da 20 persone. Nomi forti erano anche quelli di Rupert Stadler (Audi) e Herbert Diess (Volkswagen). Mueller è considerato molto vicino alla famiglia Piëch-Porsche, che controlla il gruppo attraverso una holding, e ha trascorso molti anni in Audi. «Sarebbe una buona scelta, anche se potrebbe essere visto come un ad transitorio (ipotesi anticipata dal Giornale , ndr )», dichiara Arndt Ellinghorst, analista di Evercore Isi.

I giochi, comunque, non finiscono oggi. I rampolli della potente famiglia azionista scalpitano, e non è escluso il loro graduale inserimento in posizioni importanti. Nel valzer delle poltrone, inoltre, potrebbe entrare anche l'italiano Luca De Meo ( board di Audi Ag e direttore marketing ). Nel caso il suo capo, Stadler, venisse nominato cfo a Wolfsburg, al posto di Hans-Peter Poetsch, presidente del consiglio di sorveglianza in pectore , potrebbe cadere proprio su De Meo la scelta per la guida dei quattro anelli.

Il gruppo, intanto, è sempre nel mirino delle agenzie di rating , con Moody's ( outolook rivisto a negativo) e S&P, che ha posto sotto osservazione per un possibile taglio i giudizi a lungo e breve termine A/A-1 di Vokswagen.

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