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E Di Maio e Fraccaro sistemano i loro consiglieri

Fico: stop ai vitalizi. Ma per portare alla Camera i dipendenti M5s cambiano le regole

E Di Maio e Fraccaro sistemano i loro consiglieri

Roma - «L'era dei privilegi è finita», hanno dichiarato all'unisono i ministri pentastellati Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro commentando la decisione del presidente M5s della Camera, Roberto Fico, di convocare stamattina l'ufficio di presidenza per deliberare sulla proposta di abolizione dei vitalizi. Squilli di trombe, retorica anti-casta e vai col mambo del «governo del cambiamento». C'è, però, un piccolo dettaglio che molto probabilmente non godrà dello stesso battage mediatico da parte dei grillini.

Si tratta di una modifica ai rigidi regolamenti parlamentari che facilita il distacco di consiglieri parlamentari e dipendenti. Questioni burocratiche, si dirà, ma non è proprio così. Il fitto reticolato degli emendamenti dispone, in primo luogo, un allungamento del periodo di distacco, cioè di assegnazione a incarico presso un'altra amministrazione pubblica: si passa da otto a undici anni come somma tra un periodo di sei anni (anche non continuativi) più ulteriori cinque. I consiglieri parlamentari potranno essere distaccati dopo nove anni di servizio, dopo nove anni senza che sia effettuata la verifica dei requisiti di professionalità. Tanto per i documentaristi che per gli impiegati di livello inferiore viene abbassato il requisito di anzianità presso la Camera da 13 a 9 anni. Contestualmente viene contingentato, anche per dare un'aura moralizzatrice all'intervento normativo, il numero degli effettivi a disposizione delle altre amministrazioni (da 10 a 8 unità per i consiglieri parlamentari e da 10 a 6 unità per i documentaristi e gli altri quadri di livello inferiore).

Perché mai l'Ufficio di presidenza di una Camera che non è ancora entrata nel vivo dei lavori parlamentari dovrebbe occuparsi di questioni amministrative? Semplice, perché i ministri Di Maio e Fraccaro hanno bisogno di personale di fiducia. Il titolare del Lavoro e dello Sviluppo economico vuol portare con sé a via Veneto il funzionario parlamentare che era a capo della propria segreteria a Montecitorio quando ne ricopriva l'incarico di vicepresidente. La stessa necessità ha anche il ministro per i Rapporti con il parlamento, Riccardo Fraccaro, che negli uffici della Galleria Colonna ha urgente impellenza della propria segretaria. Entrambi i profili, però, non disponevano dell'anzianità di servizio utile alla richiesta del distacco. Ed ecco giungere in soccorso il presidente Fico, Cinque stelle come i suoi colleghi. Perché gridare «onestà, onestà» e «basta coi privilegi della casta» è un conto, ma le legittime prerogative di un ministro sono una circostanza di cui si deve sempre tener conto e ci mancherebbe altro! Basterebbe solo risparmiarsi la retorica dell'«uno vale uno».

Chi è al governo è sempre un po' più uguale degli altri.

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