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E Matteo (con Sala) rischia di far fallire la Grande Milano

Per colpa della riforma Delrio ai conti della città metropolitana mancano 70 milioni

E Matteo (con Sala) rischia di far fallire la Grande Milano

Milano - Un pezzo di stato a rischio default. La città metropolitana di Milano sta correndo a folle velocità verso il suo fallimento. Tra 18 giorni scade il termine di legge per la presentazione del bilancio previsionale 2018 e mancano all'appello 70 milioni di euro. Il buco deriva da un difetto strutturale della confusa riforma che ha portato all'abolizione delle province nel 2015. Sostanzialmente la città metropolitana avrebbe dovuto autosostenersi con le entrate tributarie dell' Rc auto e dall'addizionale Irpef, entrate che Roma si è «fatta girare», usando l'ente come un bancomat senza curarsi delle conseguenze. Il governo, una volta creato l'ente che avrebbe dovuto avere una funzione di snello coordinamento tra i 134 comuni dell'hinterland milanese, l'ha spremuto e abbandonato al suo destino.

A lanciare l'allarme Forza Italia, che minaccia di dare le dimissioni in blocco. Il capogruppo e coordinatore provinciale di Forza Italia Graziano Musella attacca: «è una vicenda kafkiana e scandalosa. Il governo ha avocato a sé le entrate tributarie che servivano per la sopravvivenza economica della città metropolitana creando un buco strutturale. E il sindaco Sala non fa nulla. I servizi sono a rischio e l'ente va verso il fallimento. Siamo disponibili a dialogare, a firmare un documento congiunto con la maggioranza ma è chiaro che la responsabilità è del sindaco, che deve alzare la voce con Roma». È il governo che deve decidere - il ragionamento - se mantenere questi enti e quindi trovare una via di uscita, come la proroga dei termini di legge per la presentazione del bilancio - o abolirli. «Se entro il 28, data del prossimo consiglio metropolitano non si sarà trovata una via di uscita noi daremo le dimissioni in blocco» conclude Musella. «È ora che il Governo si assuma le proprie responsabilità: hanno venduto la pelle dell'orso (le Province) prima di aver visto approvata la riforma, che poi il popolo italiano ha bocciato» polemizza Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda di Forza Italia.

Sul piede di guerra anche i sindacati che ieri hanno organizzato un presidio davanti al Comune di Milano e si sono dovuto «accontentare» di incontrare i capogruppo del consiglio, perché Sala era già volato a Stoccolma. «Il sindaco non è molto disponibile a incontrare le parti sociali», denuncia Roberto Carpené segretario provinciale Csa. Ma a rischio sono la manutenzione delle scuole e delle strade, il trasporto pubblico, i servizi ai disabili e dipendenti. «Confindustria ha ritenuto Città Metropolitana essenziale per la crescita economica - il comunicato congiunto dei sindacati e dei capigruppo del consiglio comunale -. ma senza l'approvazione del bilancio decine di posti di lavoro verranno persi e molti servizi essenziali in particolare per le fasce più deboli della cittadinanza non verranno più erogati».

«Il dissesto comporterà gravi problemi anche per l'Azienda per la Formazione e l'Orientamento al lavoro, mettendo a rischio non solo gli insegnanti - attacca Fiorello Cortiana, consigliere comunale di Buccinasco -ma anche il futuro professionale di 500 ragazzi».

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