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E con la missione libica spreca 30 milioni

E con la missione libica spreca 30 milioni

Una delle missioni più inutili e fallimentari dell'Unione europea è l'Eubam Libia, che doveva aiutare il disgraziato paese a controllare le sue frontiere colabrodo. Dopo poco più di un anno di attività con 30 milioni di euro di budget e 110 uomini previsti a pieno regime è stata evacuata da Tripoli lo scorso mese in seguito agli scontri fra milizie.

Il lavoro di Eubam sul terreno, che doveva durare fino al 2015, non è certo servito a fermare gli oltre 100mila migranti giunti in Italia nell'ultimo anno, che in gran parte sono partiti dalla Libia. E nemmeno ad evitare le tragedie dei barconi affondati come quelle di questi giorni nonostante uno degli obiettivi fosse proprio l'addestramento della guardia costiera per salvare i migranti in mezzo al mare.

La missione in Libia era guidata da Anti Juhani Hartikainen, direttore delle dogane finlandesi ed ex colonnello. E serviva «a sostenere le autorità libiche per migliorare e sviluppare la sicurezza delle frontiere del paese». Confini colabrodo, dopo la caduta di Gheddafi, che permettono l'arrivo di migliaia di clandestini da mezza Africa, oltre che dei siriani in fuga dalla guerra. Eubam ha visitato i posti caldi di frontiera terrestre e marittima di Ra's Ajdir, Ghadames, Misurata, Nalut e Sebha. E pure addestrato personale doganale oltre alla guardia costiera. Peccato che i funzionari europei non si sono mai fatti vedere a Zuwara, da dove partono gran parte dei barconi carichi di immigrati verso l'Italia. I 300 uomini del Bureau anti crimine locale, che cercano di fermare i clandestini, dichiaravano sconsolati mesi fa ad una giornalista italiana: «Abbiamo visto e sentito dell'Eubam, ma solo attraverso la televisione».

La guardia costiera libica nonostante i grandi programmi della missione europea sul controllo coordinato, moderno e rispettoso dei diritti umani delle frontiere ha solo un pugno di motovedette, poche radio e nessun radar.

Eubam ha lavorato in coordinamento con Frontex, altra discutibile agenzia europea, che organizza corsi per i doganieri e le guardie di confine libiche a Varsavia. Sul sito della missione si scoprono una serie di attività sul campo, che fanno pensare ad un grande sforzo, ma dai risultati minimi o nulli. Lo dimostrano i numeri paurosi dei flussi di immigrati che continuano ad arrivare ogni giorno dalla Libia.

Una delle ultime attività, dal 15 al 20 giugno, ha portato in Italia una delegazione libica. Tappa iniziale a Roma al Viminale e all'Interpol. «La prima parte della visita di studio è destinata a informare la delegazione libica degli argomenti che sono in cima al programma del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea con il flusso di immigrazione clandestina dalla Libia tra le questioni prioritarie» si legge sul sito di Eubam. Sembra quasi una barzelletta: invece che contrastare i trafficanti di uomini a Zuwara facciamo venire i libici a Roma per informarli del problema. La seconda parte del viaggio-studio risulta ancora più esilarante. La delegazione si è recata a Tarvisio, città soprannominata da tempo «senza confini», dove le frontiere non esistono più, per visitare il Centro trilaterale di coordinamento italiano, sloveno e croato. Un efficiente sistema per combattere la criminalità transnazionale, l'immigrazione clandestina, il traffico di auto rubate, ma anni luce dalla disastrosa situazione libica, dove bisogna partire dal controllo e presidio delle frontiere ridotte a colabrodo. Una foto di gruppo con libici, carabinieri, finanzieri, autorità locali, austriache e slovene suggella sul sito di Eubam quanto irreale sia stata la missione europea in Libia già costata oltre 30 milioni di euro.

Non a caso, poche settimane dopo, il quartier generale di Tripoli è stato evacuato a causa della guerra e la missione praticamente sospesa.

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