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E le multe Ue ci hanno tolto 150 milioni

Rifiuti, immigrati e quote latte: quanto ci costano gli 89 contenziosi con Bruxelles

E le multe Ue ci hanno tolto 150 milioni

Centinaia di milioni di euro. Tanto costa all'Italia il braccio di ferro con la Commissione europea, che presenta al nostro Paese conti stellari tra sanzioni per violazioni del diritto comunitario e mancato recepimento di direttive che pendono come una spada di Damocle sui bilanci dello Stato.L'anno che si è appena concluso trascina con sé il fardello di 89 procedure di infrazione a carico dell'Italia, che insieme alla Grecia resta la maglia nera tra i membri Ue per l'ammontare di contenziosi con Bruxelles.

Un salasso che nel 2015 sfiora i 150 milioni di euro di multe dovute, mentre le ultime procedure aperte sul finire del 2015, tra la messa in mora con l'accusa di aver violato le regole per non aver registrato completamente e accuratamente i migranti sbarcati sulle coste nazionali, e quella sul caos ambientale del batterio Xylella che ha provocato il disseccamento degli ulivi pugliesi, preannunciano, al netto delle contro osservazioni del governo, un 2016 salatissimo. Infatti oltre a dover iniziare a pagare la sanzione comminata dalla Corte di Giustizia dell'Ue per le criticità della gestione dei rifiuti in Campania, con una somma forfettaria di 20 milioni più 120mila euro per ogni giorno di ritardo nell'attuazione di una sentenza del 2010, l'Italia rischia anche un «parere motivato» - il secondo step nell'apertura di una procedura europea - sull'emergenza smog, che potrebbe portare dritto a una multa record da 1 miliardo di euro.

Nonostante le contestazioni siano in calo, erano 104 nel 2013, grazie all'archiviazione di una quindicina di cause, le casse dello Stato sono costrette a versare per anni forfait milionari per ciascuna infrazione fino a che questa non sia stata sanata, con more da decine di migliaia di euro per ogni giorno di ritardo.

Tra le 69 procedure aperte per violazione del diritto dell'Unione europea e 20 per mancato recepimento di direttive attualmente in capo all'Italia, è il capitolo «Ambiente» quello più esoso, che da solo registra 19 infrazioni contestate dalla Commissione Ue, tra scarti pericolosi e carenze nella gestione dei rifiuti. Seguono quelli sui trasporti, con nove procedure attive, sugli aiuti di Stato, che ne contano sei, sugli appalti, con cinque infrazioni, e sull'agricoltura, che ne presenta quattro. A gravare di più sul maxi versamento da 150 milioni di euro dovuto per il 2015, è stata la multa comminata a dicembre 2014 dalla Corte di Giustizia per le discariche considerate illegali, quelle non chiuse o non bonificate, che ha inflitto allo Stato 40 milioni forfettari più 42,6 per ogni sei mesi di ritardo. E poi c'è stato il mancato recupero di aiuti di stato considerati fuori legge erogati alle imprese di Chioggia e Venezia, che ha portato a una sanzione da 30 milioni di euro, più 12 milioni ogni sei ulteriori mesi di ritardo. Senza dimenticare i 30 milioni di euro per il superamento delle quote latte e alcuni milioni per gli interventi sui contratti di formazione lavoro che l'Ue ha considerato illegali e che l'Italia sta pagando dal 2013, anche se con somme decrescenti.

Milioni su milioni che ogni anno vengono dispersi nel testa a testa con Bruxelles.

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