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E nel presepe che ci piace la madonna è musulmana

La Madonna? Sarà dalla pelle nera e musulmana. C'è un'Italia che va controtendenza. Quella che non s'arrende al laicismo ed al principio secondo cui, per rispettare la pluralità religiosa, occorra sacrificare l'identità cristiana. A Novara la bandiera dell'orgoglio s'è alzata sul pennone del «sacro Cuore». Scuola cattolica, e proprio per questo capace di lanciare un messaggio in grado di disarmare gli estremismi ideologici. Diversamente da tanti istituti scolastici dai quali presepi e recite natalizie sono stati banditi in nome della laicità dello Stato e della libertà di culto, in quello novarese la rappresentazione del Natale andrà in scena regolarmente. E i panni di Maria saranno vestiti da una bimba di 5 anni, capelli riccissimi e pelle nera, musulmana come il padre senegalese e di madre italiana e cattolica, che per lei (d'intesa col marito) ha scelto un collegio cattolico. A dire il vero, non a tutti i genitori la cosa è andata giù. «Non siamo razzisti, ma la decisione ci pare un po' azzardata», hanno fatto sapere. Il preside Paolo Usellini ha però tirato dritto. Come un caterpillar, schiacciando le polemiche. «A Rozzano hanno abolito i canti di Natale per rispettare tutti? Qui facciamo l'opposto, perché cerchiamo di attuare un'integrazione vera», ha puntualizzato coi cronisti. «A noi non compete sapere se la bimba sia battezzata o meno, se sia musulmana o no», ha sottolineato Usellini: «Più di ogni cosa, ci interessa che la sua famiglia abbia accettato la nostra proposta formativa, che si fonda sui valori cristiani. Ci sembra un bell'esempio per parlare di cultura e di popoli». Per centrare l'obiettivo, nella scia delle reazioni scatenate dal caso di Rozzano, altrove si sono messi in moto i sindaci. A Pietrasanta il primo cittadino Massimo Mallegni ha diramato una circolare, invitando asili nido comunali e scuole «ad allestire l'abete natalizio ed il presepe con tutti i protagonisti della natività». Una disposizione adottata dopo che uno dei cinque nidi pietrasantesi aveva vietato l'allestimento della greppia. «Non si tratta di una crociata», spiega Mallegni. «Semplicemente aggiunge - è importante adoperarsi, al di là della propria personale sensibilità, per tutelare le idee portanti della nostra comunità. La mia circolare non intende mettere in pericolo l'integrazione e l'espressione religiosa. Tuttavia, credo non possa esserci integrazione fino a quando non vi sia il rispetto delle tradizioni e dei valori del paese in cui si vive». Per le stesse ragioni, sempre in Toscana, a Castiglion Fiorentino il sindaco Mario Agnelli ha fatto propria la mozione con cui il consiglio comunale chiedeva «la salvaguardia dell'identità cristiana nelle scuole e nei luoghi pubblici, mediante l'esposizione del crocifisso». Detto fatto. E da Palazzo di città è partita la sollecitazione «a garantire il mantenimento della tradizione del presepe in ogni sua forma, anche nei luoghi ed edifici pubblici», oltre «a voler procedere al ricollocamento del crocifisso nelle scuole comunali sulla base della sentenza del Consiglio di Stato, la numero 556/2006, per la quale esso può svolgere una funzione simbolica altamente educativa», al di là della sua connotazione prettamente religiosa. «La mia città tiene a precisare Agnelli ha sempre dimostrato grande disponibilità verso le comunità straniere, ma il rispetto deve essere reciproco. È giunto il momento di riacquistare il vero senso del Natale, anche con spirito creativo».

L'Italia, forse, s'è desta.

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