Economia

E ora la battaglia si sposta sul campo militare

Centrale il ruolo di Naval Group. I due Paesi: «Cerchiamo l'accordo»

E ora la battaglia si sposta sul campo militare

Gli appassionati della telenovela Fincantieri-Stx dovranno aspettare quasi due mesi per sapere come andrà a finire la querelle fra Roma e Parigi sul controllo dei cantieri di Saint Nazaire. Al 27 settembre, per la precisione, quando si terrà il vertice franco-italiano.

Fino ad allora il capitale di Stx rimarrà «congelato» mentre resta «la comune volontà di superare le differenze», recita una nota congiunta dei due Paesi. Che di congiunto ieri hanno fatto poco altro: i francesi allettano il governo con l'alleanza sia in campo civile sia militare come è stato fatto con Airbus nell'aeronautica, ma non cambiano l'offerta messa sul piatto ovvero un capitale di Stx diviso a metà con la guida operativa agli italiani. Gli italiani ricordano che i giochi erano ormai fatti ma sono stati ribaltati da Macron e ribadiscono che senza la maggioranza su Saint Nazaire rien ne va plus. Ma allora perché lasciare la battaglia navale nell'afoso limbo estivo? Cosa potrebbe succedere in questi due mesi per sbloccare la trattativa?

Proviamo a rispondere con quelle che, al momento, restano delle suggestioni. La prima riguarda l'enfasi sulla grande alleanza militare di cui ha parlato ieri Le Maire. Nella proposta «fifty-fity» di Parigi, Fincantieri avrebbe il 50% di Stx, lo Stato francese il 33%, un altro 2% verrebbe dato ai dipendenti del cantiere ma il restante 14,6% andrebbe alla Naval Group.

Che fino al giugno scorso si chiamava Dcns. Si tratta di una società controllata per due terzi dal governo francese e per il restante dalla multinazionale Thales, che costruisce navi militari (compresi i sottomarini) e che con Fincantieri ha un rapporto consolidato avendo sviluppato insieme i programmi Orizzonte e Fremm. Quando ancora era in sella il presidente Hollande, l'Eliseo avrebbe voluto usare proprio Dcns come «fermaporta» all'avanzata tricolore nel capitale di Stx France. Ma la stessa Dcns, pardon Naval Group, sarebbe a sua volta entrata da tempo nel mirino del gruppo guidato da Giuseppe Bono. Il futuro ruolo di Naval Group potrebbe dunque essere la chiave di volta del negoziato: se Fincantieri se la comprasse, porterebbe un socio oggi in quota francese nella metà campo italiana di Stx. Conquistandone la maggioranza. Qui però il fanta-risiko militare si intreccia con un'altra suggestione. L'«ambasciatore» Le Maire potrebbe aver disegnato ai suoi omologhi romani uno scenario di questo tipo: «Ci rivediamo a settembre, siamo pronti a muovere la nostra pedina militare che magari un giorno sarà vostra, però nel frattempo comportatevi bene su un altro fronte». Quale? L'altra battaglia che si sta consumando fra l'Italia e la Francia: Vivendi-Mediaset. Il governo Gentiloni vuole arrivare a una soluzione ma è difficile far dialogare le parti sotto le «bombe» del dossier Stx.

Meglio firmare un cessate il fuoco sui cantieri fino a settembre e spostare gli alfieri della diplomazia sul versante delle tlc.

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