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E ora si apre la trattativa sul candidato in Lazio

Pirozzi ha tentato la fuga in avanti, ma gli azzurri vogliono frenare le autocandidature

E ora si apre la trattativa sul candidato in Lazio

Roma - Si è ancora ai primi passi. Ma nel centrodestra la questione delle candidature in vista delle prossime elezioni amministrative si fa di ora in ora più urgente. Sia per scongiurare accelerazioni tipo quella di Musumeci in Sicilia, sia per trovare in ciascuna delle principali regioni al voto il «candidato migliore», come ha spiegato Berlusconi in un'intervista al Messaggero. Nel Lazio da qualche tempo circola il nome di Gasparri, che precisa però di «non aver chiesto nulla» e di preferire «ruoli più politici». Lui, anzi, vedrebbe bene Giorgia Meloni governatrice, ma la proposta sembra poco più di un tranello o di una boutade, considerate le aspirazioni della leader di destra. Che proprio nel Lazio ha il proprio serbatoio di voti (quasi un 20%) e che dal proprio «recinto» ha tirato fuori la prima candidatura «spontanea», ovvero quella del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. Quest'ultimo s'è già fatto avanti con una lista civica, ieri presentata a passo di carica: «Non l'ho fatto per potere o per fare gli interessi di qualcuno - ha detto -. Le primarie potevano farle prima, non è un problema mio. Se il centrodestra farà altre scelte, se ne prenderà la responsabilità».

È chiaro però che il metodo non può funzionare, nonostante lo stesso Berlusconi abbia evitato giudizi definitivi: «Non conosco lui e non conosco i suoi programmi». L'identikit tracciato dal leader del centrodestra lascia poche speranze a Pirozzi: «C'è bisogno di un governatore di alto profilo - ha spiegato -, guidare il Lazio è un compito molto difficile dopo i cinque anni di immobilismo della giunta Zingaretti. Occorrono esperienza, autorevolezza, capacità manageriali e di relazione. Forza Italia sarà in grado di esprimere molte figure con queste caratteristiche». Così nella riunione di ieri mattina dell'apposita commissione presieduta da Matteoli, con i capigruppo Romani e Brunetta, il responsabile organizzativo Fontana e Sestino Giacomoni, segretario della Conferenza dei Presidenti dei Comitati regionali, è apparso logico mettere freno allo «spontaneismo» delle autocandidature e porsi il problema in ottica di coalizione. Considerato che Musumeci in Sicilia è stato indicato dalla Meloni, e che in Lombardia si dovrebbe riconfermare Maroni, Lazio, Friuli e Molise punteranno su candidati azzurri.

Martedì il primo giro d'orizzonte con gli alleati e il nodo da sciogliere: la candidatura in Friuli del leghista Fedriga in opposizione a quella del forzista Riccardi.

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