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E papà Tiziano promette scintille in tribunale

Giovedì l'udienza sulla querela da 300mila euro a Travaglio per diffamazione: "Parlerò lì"

E papà Tiziano promette scintille in tribunale

Roma - «Parlerò il 16 marzo». Suona minaccioso il rendez-vous della prossima settimana in un aula del tribunale di Firenze con Tiziano Renzi. Che, al Giorno, ha raccontato i retroscena che potrebbero portare il babbo dell'ex premier a rendere la pariglia ai suoi nemici mediatici numero uno. Ossia Marco Travaglio e il suo Fatto Quotidiano, che è stato tra i primi quotidiani a occuparsi dell'inchiesta su Consip.

Al quotidiano lombardo Renzi senior, iscritto nel registro degli indagati a Roma per traffico di influenze, ha ricordato che la resa dei conti tra lui e il giornale è ormai prossima. «Il 16 marzo venite al tribunale di Firenze - spiega - perché c'è la prima udienza contro Travaglio e il Fatto Quotidiano. Credo sia pubblica». Sul tavolo, oltre all'onore ferito, anche «una richiesta di risarcimento danni da 300mila euro» avanzata dai legali di Renzi, che sta per decollare alla volta di Medjugorje.

Proprio la madonna della città bosniaca, come noto, era stata l'«alibi» di Renzi padre, che ha sostenuto di aver sì incontrato l'ad di Consip, Luigi Marroni, che tra l'altro era stato a capo della Asl fiorentina, ma solo per caldeggiargli l'installazione di una statuetta della vergine all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

Dopo aver identificato «mister X» (era il capo della Fulmine group Alessandro Comparetto), ora Tiziano cerca di limitare le dichiarazioni al minimo indispensabile. «Non ho nessuna intenzione di dire cosa farò», sospira. «Non parlo con nessuno, tanto qualsiasi cosa dica viene travisata, o peggio ancora inventata». Per avere un assaggio della versione di Renzi il vecchio, insomma, basta solo pazientare un po'. «Parlerò il 16 marzo. Ormai manca poco».

E appena due giorni fa proprio Marco Travaglio aveva ironizzato, in tv su La7, sulla versione «madonnara» degli almeno due incontri tra «il padre del presidente del Consiglio» e Marroni. «Diventi anche tu automaticamente ridicolo» dando quella spiegazione, ha spiegato il direttore del Fatto Quotidiano a Dimartedì. «È ovvio che Tiziano Renzi non incontra due volte l'ad della più grande stazione pubblica appaltante italiana mentre sta assegnando il più grande appalto d'Europa per sistemare una statua della madonna. Ruby nipote di Mubarak diventa un'autodifesa rocciosa, in confronto».

Travaglio in studio ha anche difeso il «dovere» del governatore pugliese Michele Emiliano di andare a testimoniare sulla sponsorizzazione di Carlo Russo da parte di Luca Lotti, offrendo l'assist all'avversario di Renzi jr nella corsa alla segreteria per ribadire come anche Babbo Renzi avesse cercato di incontrarlo direttamente. «Sì, mi voleva incontrare direttamente, ovviamente non c'è stato modo di incontrarsi perché io avevo molto da fare».

Intanto a Rignano sull'Arno il sindaco Daniele Lorenzini, del Pd, in un'intervista si è detto bersagliato dai compagni di partito «scatenati dal capopopolo Tiziano Renzi» che lo definirebbero «un traditore». Al centro di tutto, racconta il primo cittadino toscano a Quotidiano.net, la decisione di correre ancora per la poltrona di sindaco, ma per una civica senza simbolo del Pd, o forse anche l'interrogatorio sostenuto in procura a Napoli con il pm Henry John Woodcock. «Mi auguro che il motivo non sia questo.

Non credo che si possa attaccarmi perché sono andato a fare il mio dovere», conclude Lorenzini.

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