Mondo

E il Papa benedice (in spagnolo) il Superbowl

Videomessaggio di Bergoglio alla finale del football americano. Un po' malizioso

E il Papa benedice (in spagnolo) il Superbowl

Non era mai successo. Nemmeno quando il Superbowl lo avevano vinto i Saints, i «Santi», di New Orleans, anno 2010, XLIV edizione, il numero romano è obbligatorio, in finale con i Colts di Baltimora. E si che i «Santi» ce l'avevano fatta per miracolo, come Davide contro Golia che non a caso è uno scontro biblico, dal primo libro di Samuele (17:1-54). Fu una specie di resurrezione dalle acque quella vittoria visto che l'uragano Katrina cinque anni prima aveva sommerso New Orleans, ucciso duemila persone e cancellato il Superdome, lo stadio di casa. Quasi un segno del Signore, ma da Papa Benedetto XVI nemmeno un paternoster, un ave gloria, un gloria patri. Ma le cose cambiano. Così ieri, un po' a sorpresa, Francesco, il papa tifoso, ha voluto spedire un videomessaggio registrato di «pace, amicizia e solidarietà» allo sport più guerriero che c'è, il football americano, che come diceva Frank Gifford, ariete dei New York Giants «è come una guerra nucleare: non ci sono vincitori, solo sopravvissuti». Videomessaggio trasmesso ieri notte per noi sugli schermi del Superbowl numero cinquantuno, tra New England Patriots e Atlanta Falcons, a Houston, Texas, NRG Stadium, centottantotto milioni di americani davanti alla tv, cioè più di un americano su due, un affare da 14 miliardi di dollari, il Giubileo dello sport professionistico americano. «I grandi eventi sportivi come il Super Bowl - recita il videomessaggio - sono altamente simbolici dimostrando che è possibile costruire una cultura di incontro e un mondo di pace. Prendere parte ad attività sportive ci fa andare oltre la nostra visione personale della vita e in modo sano ci fa imparare il significato del sacrificio, crescere nel rispetto e fedeltà alle regole». E considerate che la Fox trenta secondi di spot alla pubblicità lo fa pagare più di 5 milioni di dollari. Nella novità c'è chi vede una mano tesa verso Donald Trump, un tentativo di superare le incomprensioni, attraverso lo sport più yankee che c'è, e chi uno schiaffo visto che il messaggio non sarà in inglese ma in spagnolo, la lingua dei latinos, come dire lo sport può abbattere tutti i muri e tutte le frontiere. In ogni caso lo show della serata è stato affidato a Lady Gaga.

Madonna stavolta sarebbe stata un po' troppo.

Commenti