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E il Quirinale si sfila dallo scandalo: silenzio finché le cose non si chiariscono

Mattarella non interviene. Solo due settimane fa lo stop alla nomina di De Giorgi a capo della Protezione civile

E il Quirinale si sfila dallo scandalo: silenzio finché le cose non si chiariscono

Roma - Petrolio e politica, la materia scotta parecchio, meglio quindi tenersene alla larga, forse anche perché gli sviluppi sono davvero imprevedibili. Questa è la scelta del Colle, questa la linea che Sergio Mattarella ha dato giorni fa ai suoi collaboratori e che verrà seguita fino a nuovo ordine, almeno fin quando le cose non saranno più chiare. Dopo il decennio di interventismo spinto di Napolitano, il nuovo presidente ha dato un altro taglio al ruolo. Nessuna particolare sorpresa dunque per il passo di lato del capo dello Stato sul caso Potenza-Total. Innanzitutto dal punto di vista politico. C'era da sostituire la dimissionaria Federica Guidi, in altri periodi storici il Quirinale avrebbe detto la sua, invece stavolta si è preferito autorizzare subito il premier ad assumere l'incarico ad interim dello Sviluppo economico. Certo, si tratta di un ministero chiave, però Matteo Renzi ha bisogno di tempo per trovare un sostituto e, prima di decidere, vuole far passare l'onda lunga delle mozioni di sfiducia. Dal Colle, semaforo verde. E dal punto di vista giudiziario la prudenza è ancora più marcata, dato che nell'inchiesta c'è finito pure il capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi: noi non c'entriamo, non sappiamo nulla, la cosa non ci riguarda, non abbiamo nulla da dire, questo è il succo delle laconiche risposte. Eppure, sostengono in tanti in Transatlantico, il presidente della Repubblica è anche capo della magistratura e capo delle forze armate italiane: in Italia c'è la separazione dei poteri, però possibile che in qualche maniera non avesse saputo di che cosa stesse bollendo in pentola? Tanto più che nelle settimane scorse l'ammiraglio De Giorgi era tra i candidati più accreditati per la direzione della Protezione civile. Invece poi il governo per quella poltrona ha scelto la soluzione interna: Fabrizio Curcio, direttore delle emergenze di via Ulpiano, l'uomo che insieme a Franco Gabrielli ha portato via dal Giglio la Costa Concordia. Qualcuno, una quindicina di giorni fa, ipotizzava che fosse stato proprio Mattarella a bloccare la nomina di De Giorgi. «Le perplessità del presidente della Repubblica erano più che fondate - ha scritto Il Fatto Quotidiano - visto che la procura di Potenza sta indagando sull'ammiraglio». Magari, ha pensato qualcun altro, il Colle era stato informato in anticipo e non ha dato il suo placet. Ma la circostanza viene seccamente smentita: il Quirinale non ha ricevuto nessun avviso del genere dai magistrati della Basilicata. E non basta: il presidente non ha mai bocciato alcuna candidatura e non ha espresso alcuna «perplessità». Nel pomeriggio Mattarella e De Giorgi erano nella stessa sala a Ciampino per la festa dei 93 anni dell'aeronautica militare. Nessun commento dal capo dello Stato.

Poche parole dall'ammiraglio: «Mi auguro che la stessa rilevanza mi sarà riservata quando, spero al più presto, la mia situazione sarà completamente chiarita».

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