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E Roma prende il sangue da altre regioni

L'appello dei medici: andate a donare, serve anche il plasma per i farmaci

E Roma prende il sangue da altre regioni

Roma - «La carenza verrà compensata dalle altre Regioni. E anche se la situazione a Roma è sotto controllo chiediamo a tutti i cittadini che possono di donare il sangue».

Il direttore del Centro Nazionale Sangue, Giancarlo Liumbruno, assicura che al momento nessun ospedale della capitale ha segnalato situazione di emergenza ma si esorta la popolazione non interessata dallo stop conseguente alla circolazione della Chikungunya a recarsi nei centri di raccolta per donare. La carenza di sangue nel Lazio è un problema cronico, la regione non ha mai conquistato l'autosufficienza. Su una situazione già difficile ora si abbatte il blocco delle donazioni che riguarda il comune di Anzio e nel comune di Roma soltanto il territorio della Asl 2. «Al momento l'ipotesi di un allargamento dell'area interessata dal blocco non è sul tavolo -spiega Liumbruno- ma non posso escluderla visto che la situazione è in evoluzione». Circostanza confermata anche dal responsabile della cabina di regia della sanità laziale, Alessio D'Amato: «Le misure prese sono tali da non prevedere un allargamento ad altre Asl del blocco delle donazioni del sangue». Ovvio che lo stop scatterebbe se fossero individuati altri casi di Chikungunya.

I meccanismi di compensazione comunque sono stati messi in atto e già ieri 849 unità di sangue sono state messe a disposizione dalle Regioni per sopperire alle eventuali carenze. Le sacche provengono da dieci regioni e la disponibilità ad inviare sangue è confermata da Calabria, Molise, Emilia Romagna, Sicilia, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Veneto e Toscana.

«La gara di solidarietà, necessaria a garantire le trasfusioni ai pazienti del Lazio, è già scattata grazie alla collaborazione di tutte le Regioni e delle associazioni di volontariato», assicura Liumbruno che annuncia pure per oggi una riunione con i rappresentanti delle associazioni da tutte le regioni per coordinare ulteriormente gli sforzi.

Lo stop alle donazioni nella Asl 2, che copre un'area molto vasta, causa nella raccolta del sangue una mancanza di circa 200/250 sacche al giorno. Il presidente di Avis nazionale Alberto Argentoni, ricorda che anche se la sospensione riguarda Anzio e la Asl 2 pure chi dona in altre Asl deve comunque sottostare «ad una sorta di quarantena di almeno 5 giorni, restando in osservazione per dimostrare di non accusare alcun malessere».

É importante sottolineare che si può donare, in tutto il comune di Roma, piastrine e plasma perché questi vengono lavorati e resi sicuri.

Alla riunione fissata per oggi sarà presente anche Oscar Bianchi, presidente di Avis Lombardia. «Rappresentiamo un quarto della raccolta nazionale, con una media intorno a 500 mila sacche l'anno su circa 2,2 milioni. -spiega Bianchi- Dunque un quarto delle sacche mancanti potrebbe arrivare da qui».

La capitale soffre di una carenza storica di circa 48.000 sacche di sangue all'anno, coperta dalle province per 16.000 unità e da altre regioni per 26.000 sacche.

Nel Lazio vengono raccolte circa 15mila unità di sangue al mese, di cui almeno 11mila nella sola provincia di Roma.

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