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E Scalfari si intesta anche l'Italicum: ho dettato io le modifiche a Renzi

Il fondatore di Repubblica: ho mediato tra il leader Pd e Cuperlo

E Scalfari si intesta anche l'Italicum: ho dettato io le modifiche a Renzi

Roma - La passione non ha età, anzi è provato che riduce i radicali liberi e attenua gli effetti dell'invecchiamento. Se vale per Eugenio Scalfari con le sue 93 primavere, dovrebbe valere per chi, come il soprascritto, da quasi quarant'anni segue con immutato fervore analisi, scenari, innamoramenti, scomuniche, convergenze parallele, omelie, predicozzi, voli pindarici, dialoghi con Io, telefonate con Francesco (non ancora Santo) dell'illustre Fondatore. Una specie di mollichina di sopravvivenza per non perdersi nella selva oscura, meravigliosa bussola per sapere quale stella seguire, quali mari solcare. Un valido sistema d'allarme per i pericoli che non vediamo (cave canem). Tempo fa s'era appreso della sua idiosincrasia per il giovanotto insediato a Palazzo Chigi, e quindi dell'ultimatum a lui rivolto affinché modificasse l'Italicum. «Altrimenti non voto Sì al tuo referendum», gli notificò su pubblica piazza.

Notato che Matteo Renzi andava per le lunghe, il Sant'Uomo la settimana scorsa pare si sia risolto a prendere il toro per le corna e il testone duro di comprendonio per le orecchie. Dopo l'ennesimo colloquio con un ansiosissimo Napolitano (presumibile, anche se nell'articolessa domenicale non ve n'è traccia), Scalfari s'è fatto passare i due monelli del Pd, Pinocchio e Lucignolo, e gli ha intimato di mettersi d'accordo. Siccome quelli persino in quel frangente han mostrato di che pasta siano fatti, il povero Geppetto ha dettato loro, uno dopo l'altro, i termini dell'accordo e le modifiche alla pericolante legge elettorale. Ne sono così emerse una serie di incontrovertibili verità, connesse al dirimersi della lite.

I, quasi irrilevante. La Direzione del Pd è ufficialmente una farsa, Renzi aveva parlato un'ora prima con Scalfari, che gli aveva spiegato come uscirsene con poco (il solito comitato). Anche l'incavolatura di Gianni Cuperlo è durata poco. Fino alla telefonata di Scalfari.

II, rilevante per Matteo. Eugenio ha sposato la linea Napolitano: Renzi è insostituibile come premier. «Un nuovo capo di governo probabilmente porterebbe danni a livello europeo», ha scritto. Bocciato Letta, in quanto inservibile. Renzi avvisato: l'ultimo premier sposato da Scalfari era stato proprio Letta. Una blacklist, come si ricorda, partita dai «successi» di De Mita.

III, rilevante per noi. Se Renzi è «pericolante e bisognoso di appoggi», i poteri forti hanno richiamato i riservisti della Repubblica. E se persino Scalfari ha dovuto cedere, presto San Gennaro donerà il sangue (liquefatto) a San Matteo.

IV, rilevante per Grillo. Occorre fare qualsiasi cosa per evitare che vinca il M5S.

V, rilevante per le Istituzioni. Un nuovo modo di legiferare è stato inserito da Scalfari, detto l'Oligarchico, a proposito degli esiti del comitato Renzi-Cuperlo sull'Italicum, fondamentale perché il Sì vinca. «Pubblicamente, in Parlamento, verrà deliberato. Ma il contenuto specifico verrà reso noto e discusso dopo il referendum».

VI, rilevante per «Io». Le preferenze, «fonte di potere del lobbismo, persino mafioso» vanno abolite anche per l'elezione dei capilista. Il voto soltanto nei collegi «uninominali a largo e non piccolo spazio territoriale»; il ballottaggio, se proprio si deve fare, con liste apparentate, «tra i primi due partiti risultati dall'esito del voto nei collegi».

Cos'ha risposto Renzi? Ha detto che «avrebbe molto riflettuto su questi suggerimenti alcuni dei quali (il voto solo nei collegi) avrebbe comunque accettato».

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