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E la sinistra italiana va in vacanza al Partenone

Grillo, Fassina e Vendola pronti a cavalcare il "no" per affossare Matteo

E la sinistra italiana va in vacanza al Partenone

Roma - Sono volati in Grecia per far propria la battaglia di Alexis Tsipras e oggi saranno in piazza Syntagma per dare uno schiaffo non solo all'austerity e all'eurozona ma anche alla linea di Matteo Renzi.

Beppe Grillo e Nichi Vendola, ma anche l'ex Pd Stefano Fassina, il Dem Alfredo D'Attore sono ad Atene a manifestare per il «no» alle proposte Ue, tentando di cavalcare un eventuale risultato favorevole al premier ellenico anche dall'altra parte dell'Adriatico, contro un governo italiano giudicato troppo filo-Merkel. Il referendum odierno è destinato ad avere un riverbero anche a Roma, complice anche la netta presa di distanza di Renzi dalla consultazione. La battaglia politica, insomma, è ormai entrata nel vivo anche nell'arena italiana. Con Sel in prima fila sia alla fiaccolata di solidarietà per la Grecia organizzata ieri a Roma e in altre città italiane sia oggi, ad Atene, quando la delegazione guidata da Vendola incontrerà anche il segretario politico di Syriza Tasos Koronakis. Diverso e dal chiaro accento anti-euro è lo spirito con cui i 5S sbarcheranno ad Atene per un'iniziativa che il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio fotografa così: «Sulle manovre lacrime e sangue noi pensiamo che l'ultima parola debbano averla i cittadini». È rimasto a casa, invece, Matteo Salvini. Il leader leghista ha ribadito che non sarà ad Atene per seguire l'esito del referendum insieme ad altri esponenti politici italiani: «Primo - ha spiegato - perché non passo le mie domeniche con Grillo e Vendola, secondo perché preferisco stare a parlare con gli italiani piuttosto che passare due giorni di vacanza accucciato davanti a un pensionato piangente in coda a un bancomat: il rischio, tra 30 giorni, è di avercelo in Italia quel pensionato» E su Facebook Salvini scrive cosa pensa di Tsipras e Varoufakis: «Non mi sembrano eroi del popolo.

Non vogliono pagare i debiti ma pretendono di non uscire dall'Europa».

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