Politica

E alla sinistra resta solo "Bella ciao"

La canzone della Resistenza unisce renziani, delusi Pd e antirenziani

E alla fine sulle macerie della sinistra s'intona Bella, ciao. Sono passati settant'anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, neanche trenta dal crollo del Muro di Berlino e dalla fine dell'utopia comunista ma la sinistra, o quel che ne resta, non riesce ancora a fare i conti con la propria storia. Ogni volta gli stessi cliché, contro nemici più o meno immaginari. Fino all'eterno paradosso, quello andato in scena domenica notte quando gli elettori renziani, quelli decisamente antirenziani e i Pd delusi della minoranza si sono ritrovati a cantare, insieme, Bella, ciao.

A Napoli a intonare il coretto, con il sindaco Luigi de Magistris che impazzito per la vittoria si è messo a correre fuori da Palazzo San Giacomo, sono state le milizie di Controllo popolare, il gruppo di volontari pescati nei centri sociali per presidiare i seggi ed evitare brogli. «L'invasor», ovviamente è lo Stato da cui il fatalista Sud cerca solo diritti e mai doveri. L'ex pm di Catanzaro diventato famoso per l'inchiesta flop Why Not nonostante una storia di uomo «legge e ordine» ha sempre detto di essere «di sinistra», e da quando ha gridato al complotto contro i poteri forti che l'avrebbero ostacolato in ogni modo nelle sue indagini il giochino di fare il martire «rosso» ha funzionato anche troppo bene. La mossa di solleticare gli antagonisti ha funzionato sia a Napoli sia a Milano, dove la vittoria del renzianissimo Sala per appena 17mila voti su un milione di elettori è probabilmente merito della sinistra estrema cui ahinoi Mr Expo dovrà pagare la cambiale più pesante pur di governare. E l'altra sera, mentre a caldo in tv rivendicava la sua vicinanza con l'esperienza arancione di Giuliano Pisapia («Sarebbe stato davvero un peccato interrompere questo percorso») nonostante una storia personale di tutt'altro colore, i suoi supporter facevano l'ingresso trionfale nella sede elettorale cantando Bella, ciao come cinque anni fa quando Pisapia ebbe la meglio un po' a sorpresa con Letizia Moratti (il blog satirico Spinoza maliziosamente sentenziò «Va bene ciao, ma bella?»). Qui l'invasore scacciato era lo spettro fascioleghista dei La Russa e dei Salvini, non certo quello del premier ma tant'è.

Chi forse aveva più ragione di intonare Bella, ciao erano i militanti del Pd che a Bologna hanno riconfermato Virginio Merola. Gente della Ditta di Pier Luigi Bersani che ha fatto vincere il meno renziano dei candidati Pd, militanti cresciuti a pane e Resistenza e che certo non vogliono un uomo solo al comando, anzi. Per loro è lui «l'invasor» da cacciare come per de Magistris, ma «da sinistra».

E chissà che tra qualche mese il nuovo refrain non sia Bello, ciao.

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