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Ecco chi vuole fare le scarpe alla figlia Ivanka

Ecco chi vuole fare le scarpe alla figlia Ivanka

Ivanka ha qualche problema con le scarpe. Non con quelle che indossa disinvoltamente nel suo incedere deciso al fianco del padre da first daughter lanciata verso mete sempre più ambiziose. Le scarpe di cui parliamo sono quelle che gli altri non le perdonano. Nel giorno della inattesa vittoria repubblicana nel distretto della Georgia, il Corriere della Sera dedica un'intera pagina al presunto «conflitto di interessi» per via del marchio di scarpe riconducibile a Ivanka che in Cina avrebbe impiegato per la produzione una fabbrica di Ganzhou fuori dagli standard di lavoro internazionalmente riconosciuti. Paghe al di sotto dei minimi salariali, turni di lavoro estenuanti, violazioni di vario genere che la businesswoman dalla bionda chioma avrebbe trascurato colpevolmente. La società che a lei fa capo si è prontamente difesa chiarendo di aver interrotto ogni rapporto dallo scorso marzo, ma la notizia è stata ritenuta incredibilmente saliente al punto da offuscare, almeno sui quotidiani italiani, il risultato delle elezioni straordinarie statunitensi per i seggi parlamentari rimasti vacanti dopo le nomine governative. Nel distretto della Georgia, contro ogni pronostico, ha trionfato la candidata repubblicana Karen Handel, una sonora sconfitta per media e sondaggisti che davano per favorito l'asino democratico, non l'hanno azzeccata neanche stavolta. Per Ivanka i guai con le calzature non finiscono qui. La figlia del presidente dovrà testimoniare nella causa che l'azienda calzaturiera fiorentina Aquazzurra ha intentato nei confronti della Marc Fisher Holdings, la società che produce per la IT Collection di Ivanka una lussuosa linea di scarpe. Il mandato per la testimonianza è stato firmato dal giudice federale di New York: Ivanka potrà rispondere alle domande in una deposizione che durerà al massimo due ore e si terrà a Washington. Al centro della contesa c'è il modello Hettie, un sandalo con tacco e frangia prodotto dal marchio della first daughter e che, secondo l'azienda fiorentina, sarebbe frutto di plagio del Wild Thing italiano. In effetti, le scarpe si somigliano, Ivanka ha fatto sapere che non intende sottrarsi dal momento che è coinvolta in prima persona nel processo decisionale della sua azienda. I legali invece hanno preferito non commentare.

Quando si tratta di scarpe, meglio lasciar parlare le donne.

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