Mondo

Ecco il governo Macron: due rossi, 4 socialisti e due gollisti (espulsi)

Le Maire, repubblicano liberista, all'Economia: cacciato dal partito. E la sinistra si lamenta già

Ecco il governo Macron: due rossi, 4 socialisti e due gollisti (espulsi)

Quattro socialisti, due radicali di sinistra, tre centristi, due gollisti e società civile. Dieci giorni dopo il trionfo elettorale, il presidente francese Emmanuel Macron chiude il cerchio attorno al movimento En Marche. Ha già avuto il merito di abbattere la divisione droite-gauche. Da oggi proverà a trasformare la frattura provocata dalla sua elezione in comune responsabilità di governo. Alle 11 comincia l'avventura col primo consiglio dei ministri. Nomi noti per lo più. Un premier gollista già nominato e pezzi della destra in posti chiave.

Bruno Le Maire all'Economia rispecchia la volontà di mantenere alta la bandiera del liberalismo, che Macron sventolava già sotto il governo Hollande nel dicastero affidato oggi al gollista: ex capo di gabinetto di Dominique de Villepin e ministro dell'Agricoltura nel 2009, Le Maire è un europeista convinto e parla tedesco. Gérald Darmanin, giurista 34enne vicepresidente della regione Alta-Francia, sindaco sarkozista di Tourcoing, avrà la responsabilità dell'Azione di governo e dei conti pubblici. Entrambi espulsi ieri dai Républicains.

Undici uomini e undici donne per un totale di 18 ministri e 4 sottosegretari. Tra questi ultimi spicca la nomina di una blogger militante femminista all'Égalité donne e uomini, Marlène Schiappa; la promessa mantenuta di creare un ruolo a difesa delle Persone colpite da handicap, affidato a Sophie Cluzel, e la scelta del giovane talento della parigina Silicon Valley Indoor Mounir Mahjoubi, 33 anni, incaricato della Digitalizzazione. Il socialista Christophe Castaner curerà i Rapporti col Parlamento e sarà portavoce del governo.

Dall'ouverture di Sarkozy si passa a un rassemblement in cui la sinistra lamenta mancata rappresentanza. Il segretario socialista su Twitter scrive che i principali ministeri sono andati alla destra. Ma non vede la schiera di marcheurs che hanno aderito al progetto Macron in tempi non sospetti, provenendo dal Ps di cui erano deputati o sindaci. È il caso di Gérard Collomb, primo cittadino di Lione tra gli artefici della candidatura Macron, premiato col ministero dell'Interno. Richard Ferrand alla Coesione territoriale (un nuovo dicastero), che da deputato socialista si è dedicato al movimento ricoprendo il ruolo di segretario generale di En Marche! prima di restituire la tessera Ps che aveva dall'80. E Jean-Yves Le Drian, già ministro della Difesa con Hollande a cui Macron ha consegnato le chiavi del Quai d'Orsay, accorpando gli Esteri e gli Affari europei. Un super-ministero.

Professionisti che conoscano la macchina statale e al tempo stesso le materie di cui si occupano è stato il mantra per pescare anche al centro. E per eclissare l'accusa che il presidente della novità si stesse di fatto rivolgendo a figurine della vecchia politica. Il leader MoDem François Bayrou, in politica da oltre 35 anni, nominato Guardasigilli. Il suo braccio destro Marielle de Sarnez, ministro aggiunto per gli Affari Europei. Sylvie Goulard, già eurodeputata, poliglotta ex consigliera di Romano Prodi, ministro della Difesa.

Alla decantata società civile restano la Transizione ecologica e solidale, incarnata dal giornalista Nicolas Hulot, affiancato da Élisabeth Borne come ministra aggiunta ai Trasporti; Sanità e Solidarietà per la dottoressa Agnès Buzyn e la nomina di Françoise Nyssen (patron della casa editrice Actes-sud) alla Cultura. Casella, questa, occupata per la prima volta da una fiche «né di destra né di sinistra», vero segno dei tempi. La ricercatrice Frédérique Vidal guiderà invece il ministero per l'Istruzione superiore e la ricerca.

Per difendere la candidatura di Parigi ai Giochi Olimpici 2024 (il 13 settembre a Lima la decisione), Macron ha infine affidato lo Sport alla schermitrice medaglia olimpica Laura Flessel. Il Lavoro a Murielle Pénicaud, direttrice dell'agenzia per l'internazionalizzazione dell'economia francese. All'Educazione nazionale, un alto funzionario interno al ministero, Jean-Michel Blanquer. Al senatore Radicale di sinistra Jacques Mézard, Agricoltura e Alimentazione.

Alla sua collega di partito Annick Girardin, i Territori d'Oltremare.

Commenti