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"Ecco perché lo Stato non può punire chi è stato costretto a difendersi da solo"

L'ex magistrato Nordio promuove la riforma della legittima difesa ma sprona Salvini a non fermarsi: "Dovrebbe osare di più"

"Ecco perché lo Stato non può punire chi è stato costretto a difendersi da solo"

"La riforma della legittima difesa è ancora troppo timida. Matteo Salvini dovrebbe osare di più". Carlo Nordio non ha alcun dubbio sulla riforma che approderà il 23 ottobre a Palazzo Madama: deve essere più incisiva altrimenti c'è il rischio che tutto rimanga come prima. "Lo Stato non può mettere sotto ogni abitazione un carabiniere - spiega l'ex magistrato in una intervista a tutto campa a Italia Oggi - ma proprio perché non può farlo, non può neanche punire chi è stato costretto a difendersi perché il carabiniere non c'era".

Nell'intervista a ItaliaOggi Nordio torna sulla riforma della legittima difesa spiegando che in alcini casi le vittime delle aggressioni sono costrette a "sostituirsi all'inadempienza dello Stato". Per l'ex magistrato, però, quella presentata da Salvini è solo una "miniriforma" che però ha il merito di spingere lo Stato a prendere atto di questa mancanza e di "alleggerire la posizione dell'aggredito che, dopo essersi difeso in casa, deve anche difendersi in tribunale". Il provvedimento presenta, a suo avviso, tre grosse novità: "la presunzione assoluta di proporzionalità della reazione, quando l'aggredito si difende in casa da un'aggressione violenta", "la valorizzazione dello stato di paura in cui versa chi reagisce a questa aggressione" e "il pagamento delle spese legali per chi, una volta indagato e assolto, ha dovuto subire questo onere finanziario per un'aggressione che lo Stato non ha saputo impedire".

legittimare la difesa persinale e dei propri cari non deve essere considerata una resa dello Stato. "Non è possibile mettere sotto ogni abitazione un carabiniere - spiega Nordio - proprio perché (lo Stato, ndr) non può farlo, non può neanche punire chi è stato costretto a difendersi perché il carabiniere non c'era". Secondo l'ex magistrato, infatti, "farsi giustizia da soli" significherebbe, infatti, "andare a casa del ladro a riprendersi la refurtiva o a casa dell' assassino della figlia e ucciderlo". "Qui - puntualizza nell'intervista a ItaliaOggi - si tratta di impedire un'aggressione in atto. È l'attualità del pericolo che distingue la legittima difesa dalla giustizia fai da te".

Per quanto riguarda le indagini, che scattano dopo le aggressioni, Nordio crede che lo Stato deve sempre verificare gli estremi previsti dalla legge per cui il cittadino non è perseguibile. Le inchieste devono, tuttavia, essere più brevi e le spese legali devono, appunto, essere a carico dello Stato e non del privato che è stato costretto a difendersi da solo. "La riforma prevede una corsia prioritaria per questi processi", spiega l'ex magistrato secondo cui dovrebbe anche andare a "incidere sui termini dell'indagine per restringerli". Per avere una riforma completa andrebbe, dunque, cambiato tutto il sistema delle scriminanti sulla non punibilità. "Solo così si avrebbe una piena riforma liberale - chiosa Nordio - l'intervento di Salvini è in senso liberale, ma è ancora timido, dovrebbe osare di più.

Un codice liberale rovescerebbe il problema, e lo imposterebbe così: entro quali limiti lo Stato può punire chi si difende da un'aggressione che lo Stato non è riuscito a impedire?".

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