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Ecco il piano di Casaleggio: l'abolizione del Parlamento

Il guru del M5s: «Potrebbe sparire tra qualche lustro» Di Maio in imbarazzo: sta a noi dimostrare il contrario

Ecco il piano di Casaleggio: l'abolizione del Parlamento

Le parole sono importanti. Quelle dell'enigmatico Davide Casaleggio, stavolta, sono chiarissime. Il guru del Movimento Cinque Stelle, in un'intervista a La Verità, per la prima volta parla di superamento della democrazia rappresentativa e parlamentare. Il virgolettato non lascia spazio a interpretazioni. Alla domanda: «Se lei dovesse immaginare una riforma dello Stato, il Parlamento a) ci sarebbe, b) ci sarebbe con meno poteri, c) non ci sarebbe?» risponde così: «Il Parlamento ci sarebbe e ci sarebbe con il suo primitivo e più alto compito: garantire che il volere dei cittadini venga tradotto in atti concreti e coerenti. Tra qualche lustro è possibile che non sarà più necessario nemmeno in questa forma». Più chiaro di così. Casaleggio immagina, nell'immediatezza, un Parlamento ratificatore e nel giro di pochi anni ne prevede la sparizione.

È semplicemente l'applicazione del concetto di democrazia diretta da attuarsi attraverso la «Rete». La visione primigenia del padre fondatore Gianroberto, dalla quale è nato il Movimento stesso. Un concetto espresso, con toni simili, da Luigi Di Maio all'inizio di maggio. Quando il capo politico, nelle fasi concitate della crisi post-elezioni, ospite della trasmissione 1/2 ora in più di Lucia Annunziata, aveva detto: «Quando una forza politica come la nostra entra nella democrazia rappresentativa e ne condivide alcune regole, come il dialogare con gli altri, e poi riceve il due picche allora il rischio è che cominci ad allontanarsi dalla democrazia rappresentativa». Anche allora, polemiche e accuse di eversione.

E ieri le reazioni non si sono fatte attendere. Il presidente del Pd Matteo Orfini, sfrutta l'uscita di Casaleggio in chiave interna: «Prima capiamo tutti che tra l'autoritarismo del M5s e quello della Lega non c'è alcuna differenza, meglio sarà per la sinistra italiana». Sempre per i dem, il vicepresidente della Camera Ettore Rosato twitta: «Usato come megafono o palcoscenico per mirabolanti promesse, il Parlamento non è più necessario, la teoria coerente di chi guarda alla Russia di Putin o al Venezuela di Chavez come modelli». Da Liberi e Uguali, Federico Fornaro, capogruppo alla Camera dice: «Una democrazia senza un Parlamento che rappresenti i cittadini è una dittatura» e cita Sandro Pertini: «È sempre meglio la peggiore delle democrazie della migliore delle dittature». Giorgio Mulè, portavoce di Forza Italia, è altrettanto duro e definisce la frase di Casaleggio «l'ultima minch... galattica dovuta al caldo, dopo le scie chimiche, l'allunaggio mai avvenuto, l'estrazione a sorte dei senatori e via farneticando». Renato Schifani bolla l'ipotesi come «aberrante». E la deputata azzurra Patrizia Marrocco: «Va bene la tecnologia ma dare la sovranità al web anziché al popolo è un'idea anticostituzionale»

Luigi Di Maio, vicepremier e leader politico del M5s, non si scompone. Ospite di L'aria che tira estate su La7 si accoda: «Di solito i Casaleggio ci prendono sempre quando parlano di futuro». E precisa: «I cittadini già ci dicono che il Parlamento è inutile. Sta a noi, con atti concreti, dimostrare il contrario». Riccardo Fraccaro, ministro dei Rapporti con il Parlamento e Democrazia Diretta, prova a metterci una pezza: «Vogliamo integrare la rappresentanza con la democrazia diretta per restituire le Istituzioni ai cittadini. Questo è l'obiettivo del M5s». Intanto Roberto Fico, presidente grillino del ramo più numeroso del Parlamento, chiamato in causa dal dem Filippo Sensi, rimane in silenzio.

Forse sta già cominciando a cercarsi un nuovo lavoro.

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