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I figli dell'Europa fanno i boia in Irak

Tra i tagliagole due giovani francesi e un ragazzo inglese

I figli dell'Europa fanno i boia in Irak

«È doloroso, ma non possiamo pagare i riscatti». Mentre il segretario di Stato americano John Kerry ribadisce la fermezza di Washington anche dopo la decapitazione dell'ostaggio Peter Kassig, l'Europa scopre che tra le fila di chi decapita e uccide con ripugnante crudeltà si nascondono anche figli suoi. Giovani cresciuti in Francia e Gran Bretagna ed educati, almeno in un caso, alla fede cattolica. La devastante rivelazione è nascosta nel filmato con cui l'Isis ha rivendicato l'uccisione di Kassig e di una quindicina di militari siriani. Tra i militanti a volto scoperto in attesa di sgozzare i prigionieri ai propri piedi sono stati riconosciuti un ventenne inglese di Cardiff e almeno due francesi, uno dei quali di origini cattoliche. Vista la sadica crudeltà del filmato, il caso da studio è sicuramente quello del 22enne francese Maxime Hauchard. Convertitosi all'islam 5 anni fa, Maxime nel 2012 ha abbandonato la cittadina dell'Alta Normandia dov'era nato per studiare in un centro integralista della Mauritania e raggiungere, nell'agosto del 2013, i campi di battaglia siriani. Il riconoscimento del militante francese, identificato grazie ai messaggi diffusi su Twitter e Facebook con lo pseudonimo di Abu Abdallah Al Faransi (Abu Abdallah il francese), è confermato «con altissima probabilità» dal ministro Cazeneuve. Accanto a quel ragazzo di campagna trasformatosi in maestro dell'orrore, i servizi segreti di Parigi hanno identificato un secondo militante d'origine francese. Il terzo terrorista made in Europe è invece Nasser Muthana. A riconoscere (salvo poi smentire) l'ex studente di medicina, fuggito da Cardiff, nel Galles, per raggiungere la Siria assieme al fratello Ateef, ci ha pensato uno dei genitori. Secondo il padre d'origini yemenite Nasser Muthana i suoi due figli hanno tradito il paese in cui sono nati e cresciuti. «Tra di noi - ha detto Nasser Muthana - non c'è più comunicazione, non voglio vederli più». Ma il Regno Unito - dopo gli inviti diffusi nello stesso filmato a uccidere gli «infedeli» nelle strade occidentali - vive l'incubo di attentati a sorpresa. Attentati simili a quelli messi a segno a ottobre nella città canadese di Canberra. E a destare inquietudine contribuisce il processo a porte chiuse svoltosi una settimana fa a Londra e conclusosi con la condanna di un sospetto terrorista.

Dietro la segretezza imposta dalle autorità, infrangendo le regole sulla pubblicità dei dibattimenti, si nasconderebbe una minaccia di vastissima entità su cui gli inquirenti non riescono a far piena luce.

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