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Ecco il taglio delle pensioni. "Quota 100" parte a febbraio

La scure sugli assegni oltre i 4.500 euro: un miliardo in tre anni. Testo in manovra, non nel decreto fiscale

Ecco il taglio delle pensioni. "Quota 100" parte a febbraio

Quota cento partirà un po' prima del previsto, non ci saranno penalizzazioni per chi anticipa e sarà confermata Opzione donna. Il vertice di maggioranza di ieri mattina su legge di Bilancio e Dl fiscale non ha dato grandi risultati. Sulle pensioni è di fatto un rinvio. Il taglio delle pensioni d'oro non è nel decreto fiscale come era stato ipotizzato nei giorni scorsi, ma finirà dentro il disegno di legge di Bilancio. Entrate previste, un miliardo in tre anni. Non il miliardo all'anno attribuito al vicepremier Luigi Di Maio domenica. Comunque un taglio di tutto rispetto, da 300 milioni all'anno, che viene messo nero su bianco.

Confermata la riforma della legge Fornero. Anche in questo caso finita nella legge di Bilancio vera e propria. Soggetta quindi a modifiche durante l'iter della legge. M5s e Lega hanno concordato che la quota 100 partirà a febbraio, non a marzo come previsto. Sarà l'Inps a dovere accelerare i tempi per adeguarsi alla nuova normativa.

Abbiamo avviato il percorso volto a «smontare mattone per mattone la legge Fornero» introducendo quota 100 «senza penalizzazioni di alcun tipo, come invece ho letto su alcuni giornali», ha spiegato il vicepremier Salvini. Altra novità di rilievo è che nella riforma della pensioni ci sarà la conferma di opzione donna, apprezzata misura che permette alle lavoratrici di anticipare la pensione.

Tra le novità dell'ultim'ora a proposito della nuova pensione anticipata, ci sarebbe la possibilità di riscattare la laurea per chi vuole andare in pensione con quota 100, cioè 38 anni di contributi e 62 di età.

Una possibilità data ad alcuni settori sulla falsariga di quello già previsto per i bancari. In sostanza, si potranno aggiungere anni di contribuzione riscattando gli anni dell'università. La Lega punta a facilitare il riscatto anche ai giovani con pensione interamente contributiva e quelli con carriere discontinue.

In generale l'idea della Lega è di rendere strutturale quota 100. E di introdurre il prima possibile anche quota 42, cioè la possibilità di andare in pensione con 42 anni di contributi senza requisito anagrafico. Al momento la misura è stata rinviata. Non è detto che il Carroccio non tenti di inserirla durante l'iter della manovra. Coperture permettendo.

Il costo della riforma rimane il più grande ostacolo. Tra le misure ancora in pista c'è ancora la sanatoria dei contributi previdenziale. La sanatoria non è tra le misure previste dal decreto fiscale (perlomeno nelle bozze che ieri sono finite al vertice di maggioranza).

Confermata l'idea di vietare il cumulo tra pensioni e redditi da lavoro ma con delle deroghe per i redditi bassi.

Poi c'è il capitolo pensioni d'oro. Confermate le indiscrezioni che davano il taglio sugli assegni previdenziali più alti a rischio. Ieri, di fatto, è stato deciso un rinvio, visto che non sono state inserite nel decreto fiscale. Provvedimento che serve a coprire parte della manovra. Il taglio dovrebbe partire dai 4.500 euro lordi, non sotto questa soglia come voleva il movimento di Luigi Di Maio.

Ma tutto sarà deciso in Parlamento. Forza Italia ha annunciato battaglia: «Se si cominciano a tagliare i diritti acquisiti per decreto, c'è da preoccuparsi per la tenuta democratica del paese», ha attaccato il presidente dell'europarlamento, Antonio Tajani. «Si colpiscono le pensioni del ceto medio».

Proteste anche dai sindacati.

Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, ha annunciato ricorsi contro il taglio delle pensioni d'oro.

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