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Ecco la vendetta degli espulsi: una denuncia contro il leader

Il legale dei ribelli: "Nuovo codice nullo per 15 motivi"

Ecco la vendetta degli espulsi: una denuncia contro il leader

Roma - Se Mentana rinuncia alla querela, sono gli ex espulsi a portare Beppe Grillo in tribunale. Come anticipato ieri da Il Giornale, l'avvocato Lorenzo Borrè impugnerà le regole del Movimento davanti ai giudici. La notizia arriva dopo il voto sul codice etico degli eletti. Per l'avvocato romano, ex grillino, difensore degli espulsi: «Il nuovo codice è praticamente nullo, in quanto si tratta di un'appendice al regolamento votato tra settembre e ottobre». In quella votazione è mancato il quorum del 75% indicato dal tribunale per rendere valide a norma di legge le modifiche allo Statuto e al regolamento di un'associazione non riconosciuta, come è il Movimento Cinque Stelle. Ma Beppe Grillo è andato avanti, mettendo ai voti anche il codice degli eletti. Una norma «viziata dalla nullità della sua fonte», specifica Borrè. Che aggiunge: «Non basta dichiarare che processi, codici e codicilli non possono fermare il Movimento. Nessuno è al di sopra della legge. Sono finiti i tempi del principe ex legibus solutus, cioè sciolto dalla legge». Il bersaglio è Beppe Grillo. Il principe a Cinque Stelle «avrà poteri assoluti». L'avvocato degli espulsi continua a lavorare al ricorso «che verrà presentato mercoledì». Si era parlato di lunedì o martedì, ma il rinvio sarebbe dovuto all'impossibilità di uno dei ricorrenti di presentarsi a Roma. Infatti, gli attivisti che faranno di nuovo causa a Grillo sono tutti di Roma, tranne uno di Cosenza. I punti cardine dell'impugnazione sono 15. Fa sapere Borrè: «Le questioni di illegittimità del Non-Statuto e del regolamento sono davvero tante. Direi che la più importante è l'inesistenza di una delibera assembleare, con possibilità da parte dell'assemblea di modificare il contenuto delle proposte di modifica votate a ottobre. Invece, come al solito, Grillo ha scelto un metodo referendario». C'è poi il nodo della verifica dei voti espressi, che secondo lo staff del Blog è stata fatta dalla società DNV GL. Una multinazionale con sede in Norvegia, nella capitale Oslo. Continua Borrè: «Rimane poi ancora da capire come sia stato possibile verificare che tutti i 135mila iscritti abbiano ricevuto l'invito al voto». Nei giorni della votazione sul regolamento avevano fatto discutere gli inviti al voto via sms firmati da Grillo con l'incoraggiamento: «Belìn, non hai ancora votato».

Il legale dei ribelli evoca, in conclusione, «una democrazia a dimensione di Avatar che non prevede la partecipazione diretta dei cittadini ai processi decisionali».

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