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Editoria, il M5S vuol mettere le mani su giornali e tv non schierati col governo

Il sottosegretario con delega all'editoria, Vito Crimi, preannuncia la volontà di tagliare i fondi diretti all'editoria. Dura protesta del centrodestra. Mulè: "Disegno crimi-nale"

Editoria, il M5S vuol mettere le mani su giornali e tv non schierati col governo

La pacchia è finita per i giornali. Parola di Vito Crimi (M5S). Il sottosegretario con delega all'Editoria in un'intervista al Fatto Quotidiano conferma la volontà di tagliare i fondi diretti all'editoria. "Il punto vero - osserva - è che occorre ridistribuire la pubblicità tra tv e carta stampata. Noi non siamo contro i giornali per partito preso" e "penso che si possano introdurre dei tetti pubblicitari per aiutare dal lato degli introiti i giornali". E ancora: "Attualmente sono stanziati circa 200 milioni tra contributi diretti, alle radio e alle tv, senza contare l'agevolazione delle tariffe telefoniche, che può essere stimata in 60 milioni e che andrà rivista da subito".

Secondo quanto indicato da Crimi il governo agirà "tagliando i finanziamenti pubblici, intervenendo sul contributo dello 0,1% come detto e verificando che l'extra-gettito derivante dal canone Rai sia davvero confluito nel Fondo". Inoltre, "vanno aggiustate le distorsioni, visto che circa il 30% dei fondi va a 4-5 testate. Andrà individuato un tetto e modificate le modalità di erogazione. Ad esempio, si può cominciare garantendo il 50% di quanto dovuto e poi di anno in anno verificare. Vogliamo realizzare anche in questo settore quanto fatto con l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti".

"Un conto è l'assistenzialismo, un conto tenere in piedi finti giornali, un altro è limitare la libertà - osserva il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, in una conferenza stampa nella sede del partito a Roma -. Prima di fare tagli bisognerebbe verificare e ascoltare. Partiamo dal valore della libertà di stampa senza giornali e giornalisti non c'è filtro alle notizie. Se esiste oggi il problema delle fake news - ha aggiunto - lo si deve al fatto che non c'è chi controlla la veridicità delle notizie". Se un giornalista sbaglia, è la riflessione del presidente del parlamento europeo, "paga penalmente ed economicamente e pagano il direttore e l'editore, chi mette notizie false sui social non paga nulla. Per fortuna è arrivata la normativa sul copyright che non limita la libertà", ha aggiunto, sottolineando che "mercoledì a Strasburgo il M5s si è schierato con i giganti del web contro il Made in Italy e contro l'industria culturale e creativa che in Europa crea 12 milioni di posti di lavoro".

Molto dura la replica di Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato. "Occorre dare atto al sottosegretario Crimi di essere coerente col suo programma: ogni parola che esprime va nella direzione della distruzione dell'informazione, coerentemente con il solco tracciato da Luigi Di Maio. Oggi bisogna dare atto a Crimi di essersi superato straparlando di 'tetti' per ogni cosa: sulla pubblicità, sulle partecipazioni nelle società editoriali. A essere minacciati non sono solo giornalisti, editori, edicolanti, operatori dell'informazione ma un pilastro della democrazia. C'è un disegno preciso, anzi Crimi-nale, in atto: liberarsi di ogni voce non allineata al governo. Per questo è arrivato il momento che chiunque faccia sentire la sua voce e denunci questo attentato al sistema democratico".

"Si torna a parlare di tetti alla pubblicità Tv - scrive in un tweet il presidente dell'Associazione produttori televisivi (Apt), Giancarlo Leone -. Esistono già vincoli precisi con i limiti di affollamento per broadcaster privati e pubblici. Un ulteriore tetto produrrebbe l'effetto di deprimere l'intero settore dell'audiovisivo con seri danni per la produzione".

"Passano gli anni - commenta il deputato di Forza Italia Luca Squeri - l’antiberlusconismo subisce mutazioni genetiche, ma la furia ideologica si mantiene viva e purtroppo rumorosa.

Il fatto che il sottosegretario con delega all’editoria Crimi assuma a criterio di validità degli interventi annunciati le conseguenze che potrebbero avere sul Presidente Berlusconi, la dice lunga sulle priorità dei 5 Stelle al governo".

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