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Emiliano dai pm dell'inchiesta Consip. E lancia il siluro contro il Giglio magico

Il candidato leader del Pd sarà interrogato sugli sms che si scambiò nel 2015 con Lotti. Per la vicenda sono indagati il ministro e babbo Renzi

Emiliano dai pm dell'inchiesta Consip. E lancia il siluro contro il Giglio magico

Roma - La battaglia per la conquista del Pd è ancora da combattere, ma il primo siluro (giudiziario) diretto a Renzi e al suo Giglio magico parte, guarda caso, dal primo sfidante ufficiale dell'ex boy scout fiorentino. Succede che Michele Emiliano viene stuzzicato dal Fatto Quotidiano su presunte frequentazioni con Carlo Russo, businessman di Scandicci in contatto con l'imprenditore Alfredo Romeo e amico del papà dell'ex premier, Tiziano Renzi, insieme al quale è indagato dalla procura capitolina per traffico di influenze. L'inchiesta è quella sugli appalti Consip, in particolare lo stralcio romano che vede indagati anche il comandante dell'Arma Tullio Del Sette e il ministro Luca Lotti per violazione del segreto istruttorio.

Emiliano al Fatto ricostruisce i suoi rapporti con Russo. E lo fa brandendo lo smartphone, mostrando una serie di messaggi. Sms rivelatori degli insistenti tentativi fatti da Russo per incontrare il presidente della Regione Puglia fino a tutto il 2015. E rilevatori, soprattutto, di una prestigiosa raccomandazione per tentare di favorire quell'incontro: «Ecco il messaggino di Lotti che mi dice di incontrarlo», spiega Emiliano.

Il braccio destro dell'ex premier nel 2014 tentava dunque di accreditare l'amico di babbo Renzi presso il Governatore pugliese. E il dettaglio, anche se non ha prodotto molto, visto che Emiliano assicura di aver incontrato l'imprenditore toscano solo una volta, sembra piuttosto appetitoso per la procura capitolina, che infatti ha fatto sapere di voler sentire al più presto il presidente pugliese - una carriera da pm prima di dedicarsi alla politica - come persona informata sui fatti.

Era stato Russo a tentare di incontrare il Governatore, dicendosi «amico di Lotti e della Boschi». Così Emiliano a ottobre 2014 chiede conto a Lotti, che replica: «Lo conosciamo». E alla richiesta di chiarimenti sul da farsi da parte di Emiliano, l'attuale ministro dello sport si fa sponsor dell'imprenditore: «Ha un buon giro ed è inserito nel mondo della farmaceutica, se lo incontri per 10 minuti non perdi il tuo tempo».

Emiliano a quel punto ci va a cena e scopre che Russo si presenta come «un rappresentante di Renzi e dei suoi», riassume il presidente di Regione al Fatto, spiegando di non averlo più visto, anche se nell'estate del 2015 Russo era tornato alla carica, stavolta presentandosi come «l'amico di Tiziano Renzi» e sostenendo di voler incontrare Emiliano su «mandato di Matteo Renzi» per far fare la pace a premier e Governatore. Che dice di aver declinato l'invito. Quanto a Renzi padre, pure lui stando agli sms avrebbe tentato di incontrare Emiliano, ma il rendez-vous non si è mai concretizzato. Una discreta bomba piazzata nel bel mezzo del caos dem, che aggiunge benzina a un filone giudiziario che coinvolge familiari e amici dell'ex premier e rischia di rivelarsi un ingombrante fardello nella corsa verso il congresso.

Intanto i pasticci giudiziari democratici non sono finiti: a Napoli altri due esponenti dem - i parlamentari Marco Di Lello e Leonardo Impegno - sono stati sentiti in procura come persone informate sui fatti nell'ambito dell'inchiesta sui «candidati a loro insaputa. Infilati nella civica NapoliVale in appoggio alla candidata dem Valeria Valente, poi uscita sconfitta dalle urne.

Tra gli indagati il compagno della Valente ed ex assesore Gennaro Mola.

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