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Epidemia di ebola, la seconda peggiore di tutta la storia

In Congo in un anno 1.800 morti A rischio il confine con il Ruanda

Epidemia di ebola, la seconda peggiore di tutta la storia

Goma, il capoluogo congolese della provincia del Kivu del Nord, rischia di diventare una bomba a orologeria dopo la morte di un secondo paziente nello spazio di pochi giorni. Il virus dell'ebola, che nella Repubblica Democratica del Congo ha provocato in un anno la morte di 1.803 persone, si sta espandendo dalle zone rurali della nazione alle grandi città, mettendo a rischio il confinante Ruanda. Dall'agosto 2018 in Congo, secondo i dati forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha alzato il livello della minaccia catalogandola come emergenza internazionale di salute pubblica, sono stati registrati 2.600 casi di persone colpite dal morbo. Senza dimenticare che la regione colpita è da anni zona di guerra, dove grande povertà e scetticismo della popolazione rendono difficile l'applicazione di strategie sanitarie per fronteggiare l'epidemia.

Il ritorno del virus nella città, dopo il primo caso risalente alla metà di luglio, aumenta le preoccupazioni per l'epidemia. Goma infatti, oltre a essere densamente popolata (250mila abitanti), è vicina al confine con il Ruanda, e ha un aeroporto internazionale. Proprio ieri le autorità governative di Kigali avevano deciso di chiudere i confini con il Congo, ma dopo poche ore sono stati riaperti per consentire ai frontalieri di poter raggiungere i posti di lavoro. «Serve un'azione urgente per contenere l'epidemia», fa sapere in una nota il premier congolese Sylvestre Ilunga. In termini di numeri, l'epidemia di ebola è la seconda più grave della storia, con un tasso di mortalità del 67%, un numero crescente di casi che colpiscono maggiormente donne (55%) e bambini (28%). Oltre 170mila persone sono state vaccinate finora attraverso il sistema ad anello che coinvolge i contatti dei pazienti confermati e gli operatori sanitari in prima linea, ma l'accesso alla vaccinazione deve essere esteso per coprire tutta la popolazione a rischio. Questi passaggi sono urgentemente necessari se si vuole evitare che l'epidemia si prolunghi per un altro anno. I centri di assistenza sono troppo pochi per consentire l'adeguata prevenzione e soprattutto la sensibilizzazione degli abitanti dei villaggi più remoti.

Il virus Ebola si contrae attraverso i liquidi corporei e la promiscuità in cui sono costrette a vivere le comunità, è dunque un fattore destabilizzante che spinge molti esseri umani a diffidare degli altri, alimentando un'isteria collettiva che si sta trasformando in psicosi. Si tratta di un'emergenza internazionale che ha spinto le autorità aeroportuali di diversi paesi europei ad applicare lo speciale protocollo di controllo per tutti i passeggeri che, attraverso anche scali intermedi, provengano da quest'area dell'Africa.

Secondo il nostro ministero della Salute, si tratterebbe di un'emergenza sanitaria di livello 3, in grado da rendere indispensabile l'introduzione della stato di allerta.

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