Cronache

Era scomparso sei anni fa Cadavere murato in cantina

Antonio Deiana era sparito nel 2012. Arrestato il killer che lo aveva ucciso per contrasti legati allo spaccio

Era scomparso sei anni fa Cadavere murato in cantina

Milano Un giallo lungo sei anni, che affondava le radici nella Brianza profonda colonizzata dai clan. E che si risolve grazie a una soffiata. Riaffiora così un cadavere, murato dal killer sotto il pavimento di uno scantinato: è quello di Antonio Deiana, 36 anni, sparito nel nulla il 20 luglio 2012 dalla sua casa di Villa Guardia in provincia di Como. La polizia ha arrestato l'assassino, Luca Sanfilippo, 37enne nato a Mazzarino non lontano da Caltanissetta. L'uomo ha ammesso l'omicidio e ha fatto ritrovare il corpo nel locale sotterraneo del suo palazzo a Cinisello Balsamo, nel Milanese.

A nulla erano valsi fin qui gli appelli a Chi l'ha visto? della sorella della vittima, Antonella. La svolta è arrivata nella notte tra il 9 e il 10 giugno scorso. Un uomo ha chiamato il centralino del commissariato Greco Turro di Milano e ha chiesto di poter parlare con un ispettore che conosceva perché in passato lo aveva arrestato per estorsione. Quando il confidente ha detto «so chi ha ucciso Deiana», l'ispettore e il dirigente Angelo De Simone hanno capito di avere per le mani una grossa storia. Hanno fatto partire le verifiche, insieme alla squadra mobile di Milano e a quella di Como. La soffiata ha portato gli investigatori a Sanfilippo, pregiudicato per droga e considerato vicino a famiglie di mafia e 'ndrangheta. Giovedì lo hanno arrestato e lui non ha fatto resistenza, spiegando di aver ucciso a coltellate Deiana sotto l'effetto della cocaina il giorno in cui è sparito. Il movente: una lite per futili motivi. I due uomini si erano incontrati nello scantinato che Sanfilippo usava abitualmente per scambi di droga e avrebbero avuto un diverbio sfociato nel delitto. Su questo punto gli investigatori hanno alcuni dubbi. Deina infatti era forte e perfettamente capace di difendersi. Il killer potrebbe avere avuto un complice, ma al momento è l'unico fermato dalla Procura di Monza.

Sanfilippo ha mostrato agli agenti le macchie di sangue ancora visibili sulle pareti del locale della palazzina di via Lanfranco della Pila 12, dove vive con la madre e il fratello. Lì, sotto un metro e mezzo di terra e cemento, la scientifica ha trovato i resti della vittima. Non è stato facile rompere il pavimento con il martello pneumatico. Manca solo il riscontro del Dna. Deiana è stato sepolto lì dove è morto. Il killer però prima di ricoprire la buca gli aveva tolto i vestiti e aveva chiesto a un conoscente di bruciarli. È questo dettaglio che ha portato il confidente della polizia a ricostruire i fatti. L'uomo che ha bruciato gli abiti, un 50enne, si era ustionato e si era fatto medicare dieci giorni dopo all'ospedale Bassini di Cinisello. L'intervento risulta dagli archivi del reparto. La fonte non aveva assistito all'omicidio quindi, ma aveva ascoltato racconti diretti. Antonio Deiana aveva precedenti per droga. Suo fratello maggiore, Salvatore, era stato anche lui assassinato nel 2009 e ritrovato a sua volta solo nel 2015. Era sepolto in un bosco di Oltrona di San Mamete, nel Comasco.

Pure in questo caso il corpo era stato recuperato grazie alla confessione di uno degli assassini.

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