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Ergastolano ruba un'arma, spara e scappa dall'ospedale: tre feriti

Ha sfilato dalla fondina la pistola di uno degli agenti e ha cominciato a sparare all'impazzata. Istanti interminabili, scanditi da urla e invocazioni di aiuto: pallottole che schizzavano da tutte le parti, infermieri che tentavano di trovare rifugio nelle stanze vicine, gente che si gettava per terra per cercare di proteggersi da quella pioggia di piombo. Così si è consumata la mattinata di terrore nell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove un corridoio al terzo piano si è trasformato in un campo di battaglia. Alla fine lui, Fabio Perrone, 42 anni, di Trepuzzi, condannato all'ergastolo per omicidio, è riuscito a fuggire. Un poliziotto, un vigilante e un uomo che si trovava lì per fare visita a un parente sono rimasti feriti: non sono gravi.

È accaduto intorno alle 11,30 in via Muratore, alla periferia della città, dove si trova il più grande ospedale del Salento. Perrone doveva essere sottoposto a una colonscopia. Gli agenti di polizia penitenziaria lo hanno scortato al reparto di gastroenterologia e gli hanno tolto le manette per consentire ai medici di procedere con l'esame. È stato un attimo. In quel momento il bandito con un movimento fulmineo ha sottratto la pistola a un poliziotto, l'altro ha tentato di bloccarlo ma è stato inutile. Il 42enne ha aperto il fuoco, dodici colpi calibro nove che hanno innescato il panico nell'ospedale. Un anziano, che si trovava nel reparto per fare visita a un parente, è stato colpito da una pallottola alla gamba destra: fortunatamente è stato raggiunto solo di striscio, guarirà in cinque giorni; più gravi le condizioni di un poliziotto, ferito a una coscia: è stato ricoverato in rianimazione, ma secondo i medici non corre pericoli e se la caverà in un mese.

Perrone ha continuato a sparare, si è catapultato per le scale ed è sceso fino all'uscita: a quel punto ha bloccato una donna alla guida di un'auto, le ha puntato la pistola alla tempia e l'ha costretta a consegnare la vettura, una Toyota Yaris; poi è schizzato via a tutta velocità rompendo le barriere poste all'ingresso dell'ospedale e travolgendo un vigilante, che è rimasto ferito a un ginocchio. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri. Nel corridoio al terzo piano sono rimasti i segni di una mattinata da incubo: bossoli, muri e porte crivellate dai colpi, macchie di sangue. «È stato terribile», dice uno dei medici che ha prestato i primi soccorsi. Cinque infermieri hanno avuto bisogno di assistenza perché in stato di choc. Nello stesso tempo sono scattate le ricerche, che fino a questo momento non hanno dato esito.

Perrone, noto come «Triglietta», è ritenuto vicino a una frangia della Sacra corona unita. Il 42enne è considerato molto pericoloso ed è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Fatmir Makovic, 45 anni, montenegrino di etnia rom, ucciso il 28 marzo dell'anno scorso in un bar di Trepuzzi dopo una lite; nell'agguato rimase gravemente ferito suo figlio, un ragazzo di sedici anni, sopravvissuto solo perché il padre gli fece scudo con il corpo.

Intanto, mentre la provincia di Lecce viene battuta palmo a palmo con posti di blocco ed elicotteri, scoppia la polemica. Il sindacato di polizia penitenziaria Osapp sottolinea la carenza di organico e chiede le dimissioni del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, mentre il Sappe parla di «tragedia annunciata». Il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha aperto un'indagine amministrativa.

E ieri una evasione anche nel Cuneese, dove un uomo di 32 anni, «trasferito a Bra», è scappato dalla finestra di una clinica psichiatrica.

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