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Esino, il borgo di 700 anime diventa capitale di Wikipedia

Sbaragliate città come Manila e Atlantic City. Ma davanti all'imposizione di accogliere 60 profughi, il sindaco denuncia: "Il sogno rischia di svanire"

Esino, il borgo di 700 anime diventa capitale di Wikipedia

Tre anni di lavoro per un progetto impossibile. «Per questo ci abbiamo creduto», dice Pietro Pensa, ingegnere con studio professionale a Busto Arsizio e sindaco di Esino dal 31 maggio scorso, eletto nella lista civica «Stella Alpina» formata perlopiù da giovani imprenditori. Il perché di così tanti riflettori su un paesino di 760 anime circa è presto detto: è qui che si svolgerà il convegno mondiale di Wikipedia 2016.

Incredibile, ma è tutto vero. Le precedenti edizioni si erano svolte a Londra, Washington, Taipei, Hong Kong, Città del Messico (quest'anno). Ma non è stato facile vincere questa sfida. Questo piccolo paese - quota 713 metri ai piedi della Grigna, la montagna che sembra proteggerlo - posto in cima all'omonima valle, tra la Valsassina e il lago di Como, ha sbaragliato candidate ben più agguerrite: St. Louis, Atlantyc City e Manila. Tuttavia sulla via dell'entusiasmo di questa piccola comunità montana c'è una mina pronta a esplodere. Una mina il cui innesco è nelle mani del prefetto di Lecco, Liliana Baccari. Che ieri l'altro, lunedì, sì è presentata in Comune per comunicare l'arrivo di una sessantina di profughi, in aggiunta ai 41 che già a Esino ci vivono.

«Se non ci saranno ripensamenti – aggiunge Pietro Pensa – andrò a Lecco per consegnare le chiavi del municipio al prefetto. Non posso consentire a nessuno di vanificare un progetto che ci è costato tre anni di duro lavoro fatto esclusivamente di volontariato. Non è il paese che rifiuta lo straniero, ma qui scoppia la guerra. I miei concittadini sono furibondi, stiamo tentando di ridare dignità a Esino, ma così i nostri progetti vanno in fumo. Tre famiglie mi hanno già comunicato che intendono trasferirsi a Perledo. Stiamo lottando con i denti per mettere insieme iniziative che la popolazione aspetta da tempo. Insomma, vogliamo far tornare il turismo che c'era una volta».

In questa valle con vista mozzafiato sui laghi di Como e Lugano non ci sono alberghi e ogni famiglia si farà carico di ospitare uno o più dei circa mille convegnisti attesi per il prossimo giugno. Poi ci sono le case che un tempo venivano affittate ai villeggianti. «La gente che affitta la casa per tutta la stagione – continua il sindaco – non c'è più. Possiamo creare un modo nuovo di fare reddito, di fare economia. Per l'evento, ad esempio, porteremo internet superveloce che poi resterà al paese. Vogliamo tornare a essere attrattivi e qui c'è tanta voglia di fare, la gente ci crede, nonostante le casse vuote del Comune... L'evento funziona solo con il volontariato e con i contributi di Fondazione Cariplo e Wikipedia Foundation».

Cerchiamo di capire perché il convegno potrebbe saltare. «I volontari si danno da fare – continua Pensa – ma se lo Stato li tratta come gli ultimi dei profughi... buonanotte. Non possono tollerare dopo tanti sacrifici che lo Stato faccia aprire una struttura che è in debito con il Comune di circa 90mila euro perché non ha mai pagato le tasse, mentre sull'immobile grava qualche pignoramento per somme ingenti. E che cosa ti combina il proprietario? Costituisce una newco e si presenta pulito pulito dal prefetto chiedendo di partecipare alla gara per gestire una struttura del genere. Tutto questo significa condannare a morte un paese di montagna che meriterebbe ben altre fortune. C'è aria di frustrazione».

«È un onore avere portato in Italia questo evento, e per Esino Lario è un fatto impensabile, davvero speciale – interviene il vice sindaco, Fabio Viglienghi – Veniamo da un anno di commissariamento del Comune per mancanza di liste. Ma il nostro comitato era già al lavoro da tempo. Abbiamo trovato già una struttura che ospita 41 immigrati, con i quali stiamo facendo un grande lavoro di integrazione. Ora salta fuori questa sopresa. Si tratta di una struttura privata, una vecchia colonia costruita negli anni Cinquanta in cima al paese, irraggiungibile in auto. Il sindaco ha già risposto nei modi corretti, per noi è inaccettabile. Non passi l'idea che Esino sia in grado di ospitare altre persone. Che, numeri alla mano, diventerebbero il 10% della popolazione. Ci stanno chiedendo un po' troppo. Non abbiamo più né risorse né energie. Veniamo da un anno di commissariamento, abbiamo già tanti problemi: medico, trasporti e tutto ciò che serve a una comunità. Qui siamo tutti volontari.

Anche il sindaco, che ha rinunciato al suo compenso mensile di mille euro».

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