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Etruria, il Colle avvisa Renzi: "Ora si trovino i responsabili"

Dopo giorni di silenzio interviene anche Mattarella: chi ha sbagliato pagherà E difende Bankitalia: «Sta operando utilmente»

Etruria, il Colle avvisa Renzi: "Ora si trovino i responsabili"

Roma - Chi ha sbagliato paghi, non può finire tutto a tarallucci e vino. «Di fronte a gravi recenti episodi», dice Sergio Mattarella durante gli auguri alle alte cariche dello Stato, «occorre un accertamento rigoroso e attento delle responsabilità». Sembra una banalità, una frase di circostanza. Invece, quelle parole del presidente fanno capire come, anche dal punto di vista politico, lo scandalo delle banche non sia affatto concluso. Il 19 gennaio la Camera discuterà la mozione di sfiducia del centrodestra contro il governo. Ma Renzi non si scompone: «Il discorso di Mattarella? Davvero molto bello».Chissà, forse il capo dello Stato non vuole lanciare siluri a Palazzo Chigi. Anzi, quando parla delle responsabilità europee, sembra volerlo coprire pure nello scontro con Angela Merkel: «Abbiamo il dovere di chiedere, come ha fatto il governo, che siano integralmente onorati gli impegni previsti in materia di unione bancaria. Il nostro sistema creditizio è più solido di altri, non abbiamo dovuto effettuare salvataggi miliardari a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi della Ue, dove i debiti privati sono stati trasformati in debiti pubblici», come ad esempio la Germania. Però, aggiunge il presidente, la «preoccupazione» dei risparmiatori è «comprensibile» e legittima, al punto che «si stanno approntando interventi di possibile sostegno, valutando caso per caso». Lo scopo è «tutelare quanto sono stati indotti ad assumere rischi di cui non erano consapevoli». «Aver cura della Repubblica - dice ancora - vuol dire proteggere e valorizzare il risparmio, che non è solo frutto della fatica delle famiglie, ma è anche una leva di finanziamento». Per questo «sono di primaria importanza la trasparenza, la correttezza e l'etica» degli intermediari bancari e finanziari», bisognerebbe «rafforzare regole e cautele». E Visco? L'altro giorno, ricevendolo al Colle, l'ha puntellato. Ora si spinge più in là: «La Banca d'Italia sta utilmente operando».E qui Mattarella allarga il discorso. Tutti, sostiene, «dovrebbe avere uno sguardo lungo, una visione e dei comportamenti che non siano ristretti alle convenienze del giorno per giorno». Le istituzioni dovrebbero collaborare. «Ciascun potere opera in coordinamento con gli altri, dei quali è chiamato a riconoscere responsabilità e funzioni. Talvolta si registra competizione, sovrapposizione dei ruoli, se non addirittura conflitto». E questo genera «sfiducia». Sarebbe un peccato proprio adesso che, dopo anni di crisi, «il 2015 si chiude con un segno positivo per il prodotto interno e l'occupazione». Anche se la ripresa è troppo fragile «per compiacersi», tuttavia «l'inversione di tendenza va accolta come opportunità».Infine, le riforme. Il presidente non vuole entrare nel merito, però spera «il processo che mira a concludere la lunga transizione avviata da un quarto di secolo, giunga a compimento perché il senso di incompiutezza produrrebbe ulteriori conflitti e sfiducia tra la gente nei confronti della politica».

Certo l'Italicum e il nuovo Senato leggero non bastano, occorre pure rivedere i regolamenti parlamentari, «ridurre l'uso improprio degli strumenti e delle procedure» e sfoltire la burocrazia: «La Repubblica vive nella qualità dei servizi che la sanità e la scuola offrono ai cittadini, nella celerità della giustizia, nel valore della pubblica amministrazione».

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