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Etruria, il modulo "tarocco" che facevano firmare ai clienti

Mille risparmiatori verso la querela per truffa: persone con la licenza elementare spacciate per esperti di finanza. Oggi sit-in del M5S, e si prepara l'assalto a casa Boschi

Etruria, il modulo "tarocco" che facevano firmare ai clienti

«I l morto è già nella bara».Un detto valdarnese che in questi giorni è di gran voga dentro la procura di Arezzo. Un modo di dire che significa tutto. «Pier Luigi Boschi è nella rete», la traduzione. Forse per questo che ieri a Laterina, nella grande casa rosa in via Sandro Pertini, al campanello non rispondeva nessuno. Il procuratore capo, Roberto Rossi, ha il dente avvelenato: «Non accetta che un povero Cristo venga perseguitato dalla sua banca se ha uno scoperto di mille euro e che la stessa banca, invece, possa elargire finanziamenti di milioni di euro a fondo perduto senza essere toccata. Quindi figuriamoci se non avrebbe interesse a mettere le mani su Etruria e su chi l'ha amministrata», commenta un funzionario che vuole rimanere anonimo. Perché la parola d'ordine oggi è silenzio, anonimato. Tanto che lo stesso Rossi continua a restare chiuso nel suo ufficio e a scappare dal tribunale passando per ingressi secondari.Ma il dente più avvelenato ce l'hanno i risparmiatori che hanno perso i loro soldi. Soprattutto dopo aver saputo che i questionari sui profili di rischio, Mifid (che sta per Market in financial instruments directive), venivano falsati dai funzionari di banca. L'associazione Popolo dei consumatori presieduta da Federico Pennacchioni è venuta a conoscenza di questionari tarocchi nei quali risparmiatori, anche molto anziani, avevano dato il via libera a un ben più elevato rischio di investimento rispetto a quello che era stato loro proposto. Da quei documenti sono venuti fuori casi di persone con la quinta elementare che sarebbero state perfettamente a conoscenza «di caratteristiche e rischi connessi a certificati di deposito, azioni, obbligazioni governative, obbligazioni strutturate e convertibili, certificates, titoli societari, subordinati, fondi comuni di investimento e Sicav, prodotti assicurativi a contenuto finanziario che investono in quote di Oicr e strumenti finanziari Etf ed Etc».

Oppure pensionate ultraottantenni che, secondo il modulo di Banca Etruria, sarebbero state propense ad operazioni rischiose e dichiaravano di non aver bisogno dei loro risparmi prima di 5 o 10 anni.Ci sono ormai oltre mille risparmiatori che stanno preparando le carte per sporgere querela per truffa che la procura dovrà prendere in esame. Anche l'associazione Vittime del salvabanche, presieduta da Letizia Giorgianni, ha sfoderato le spade e venerdì, in un incontro coi truffati a Bibbiena nel Casentino, ha annunciato una grande manifestazione il 31 gennaio in piazza Santi Apostoli a Roma: «Siamo davanti ad una trappola premeditata portata avanti per anni». La stessa idea che ha avuto il M5S: una colonna di pullman è attesa ad Arezzo stamani alle 10. In cinquemila, provenienti da tutta Italia, si raduneranno in piazzetta San Jacopo, la stessa che nella prima Repubblica veniva usata dalla Dc o dal Pci per fare i comizi. Ci saranno i colonnelli Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista ma è atteso, a sorpresa, anche il generale Grillo.Nulla in confronto alla proposta del sindacone (130 chili di stazza) di Castel San Niccolò (un nucleo di 3mila abitanti nel Casentino), Paolo Agostini: «Dovremmo organizzare un sit-in di mille persone davanti a casa Boschi a Laterina con zappe e vanghe in mano. Io non sono un democratico pentito, sono un comunista vero, che ha votato a sinistra per 40 anni, ma che adesso ha rispedito la tessera a Renzi. Qui non lo votano più neanche i cani. Rispetto a lui preferivo Silvio un milione di volte».Intanto il commissario liquidatore, Giuseppe Santoni, ha fatto bene i conti della scellerata gestione di Banca Etruria: 526 milioni di perdite al 31 dicembre 2014 e 61 milioni di rosso al 30 settembre 2015, per un totale di 587 milioni. Altro bubbone quello del rosso: un miliardo e 167 milioni. Esemplificativa la chiosa di un ex funzionario all'ufficio di controllo di Bankitalia, molto conosciuto ad Arezzo, Vincenzo La Croce: «I bilanci di Banca Etruria li conosco dal 2009 e sono sicuro che questo è un dissesto studiato a tavolino.

Quell'istituto doveva già essere commissariato nel 2013».

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