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Europa, altro harakiri: le sanzioni anti russe ci costeranno un miliardo

Sui veti varati ieri, Putin minaccia: "La risposta sarà proporzionata". In arrivo stop alle importazioni nei settori di tessile e automobile

Vladimir Putin in Tajikistan durante un incontro con il cinese Xi Jinping
Vladimir Putin in Tajikistan durante un incontro con il cinese Xi Jinping

Rieccoci a sanzionare. E piuttosto duramente visto e considerato che a restrizioni si aggiungono altre restrizioni. E riecco che la Russia, puntualmente, risponde e annuncia contromisure adeguate che, guarda caso, danneggeranno parecchio, ancora una volta e soprattutto, il nostro Paese. L'ennesimo capitolo della guerra fredda che coinvolge gli Stati Uniti, l'Unione europea e la Russia per le ormai note vicende ucraine, si è scritto ieri, quando è stato raggiunto l'accordo tra i 28 per l'entrata in vigore oggi di un nuovo pacchetto di sanzioni Ue alla Russia.

In buona sostanza, tra i 28 ambasciatori riuniti a Bruxelles, ha prevalso l'opinione che sia meglio continuare ad insistere nell'accerchiamento, almeno figurato, nella speranza di trasformare la fragile tregua in atto in un piano di pace permanente, ma, di fatto, sembra comunque aver prevalso la linea della Germania, che nei giorni scorsi aveva sollecitato una rapida applicazione delle sanzioni, nonostante fosse in vigore il cessate il fuoco nell'Est dell'Ucraina, dallo scorso venerdì.

Certo il presidente uscente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha lasciato le porte aperte ad un'eventuale revoca o revisione del provvedimento, sottolineando che «entro fine mese si valuterà l'applicazione del piano di pace» facendo intendere, altresì, che le sanzioni potranno essere bloccate una volta che la crisi ucraina sarà rientrata, ma la reazione di Mosca, che, ha minacciato una risposta «adeguata» alle nuove sanzioni europee, che sarà proporzionata «ai danni causati all'economia russa», è stata immediata. Il Cremlino sarebbe, infatti, pronto a limitare le importazioni di automobili, di alcuni prodotti industriali leggeri e di certi tipi di tessuti dall'Unione europea. Questo perché, secondo il ministero degli Esteri russo, «le nuove misure della Ue rappresentano una linea assolutamente non amichevole e contraddicono gli interessi della stessa Unione europea».

E il presidente della Duma, Sergey Naryschkin, ha aggiunto che: «Nelle condizioni della fragile tregua in Ucraina Bruxelles non ha inventato niente di meglio che dichiarare altre sanzioni anti - russe. Quale risposta vogliono avere gli autori di queste sanzioni? Quella della Russia? Questa risposta seguirà senz'altro». Come dire che Mosca non ha intenzione certo di mettere la testa sul ceppo per farsela decapitare. Gli ha fatto eco il consigliere economico del Cremlino Andrei Belousov: «Noi vogliamo avvisare in anticipo i nostri partner: Mosca ha già preparato le sue misure di ritorsione contro le nuove sanzioni europee e queste misure potrebbero riguardare anche l'importazione di auto». Interpellato sui prodotti che potrebbero essere colpiti, Belousov ha parlato di «tutta una serie di prodotti non agricoli per i quali i nostri partner, soprattutto europei, dipendono più dalla Russia che non la Russia da loro. Quindi oltre alle importazioni di auto, anche quelle usate, alcuni tipi di merci dell'industria leggera che noi possiamo già produrre da soli. E ancora la moda con alcuni tipi di vestiti e accessori». Ma quanto potranno costare all'Italia le contromisure di Mosca per boicottare il nostro export? Diciamo subito che nel 2013 l'Italia ha esportato nella Federazione Russa beni per 10,4 miliardi di Euro rappresentando il quinto fornitore del Paese con una quota di mercato del 4,8%. Se poi esaminiamo più da vicino i comparti interessati dalle nuove possibili contromisure russe c'è da evidenziare che lo scorso anno l'Italia ha esportato in Russia moda e accessori per 935 milioni di Euro, in crescita del 2,7% rispetto al 2012, rappresentando il secondo fornitore, dopo la Cina. Cifre meno roboanti ma crescita significativa per l'export italiano di autoveicoli, in cui l'Italia ancora mantiene una quota di mercato piuttosto ridotta. Il 2013 ha visto, infatti, importazioni dalla Russia per 42 milioni di Euro (+29,9% rispetto al 2012). Ribadendo il concetto che le nuove sanzioni europee sono sostanzialmente «illegittime», Belousov ha anche promesso una risposta russa alle sanzioni americane.

Risposta che dipenderà dalla «profondità delle nuove misure di Washington». Frase che stuzzica la fantasia, no?

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