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Europa, i dubbi di Berlusconi: la fermezza da sola non basta

Il Cavaliere torna sul vertice di Bruxelles: ci vogliono anche relazioni e consenso. Tajani: l'unità è a rischio

Europa, i dubbi di Berlusconi: la fermezza da sola non basta

«Sappiamo bene che quest'Europa si è dimostrata inadeguata e poco solidale, soprattutto con paesi come il nostro, lasciato solo a fronteggiare l'emergenza immigrazione». Ma «i risultati del Consiglio europeo che si è appena concluso sono deludenti: l'ostentazione di fermezza del governo italiano, utile ai fini del consenso interno, non ha consentito all'Italia di portare a casa risultati significativi in sede europea».

Silvio Berlusconi, il giorno dopo il Consiglio europeo e l'accordo sottoscritto dall'Italia sull'immigrazione irregolare, torna sul summit e mette nero su bianco in una lettera inviata a una manifestazione organizzata da Forza Italia e dal Ppe in Sardegna, tutte le sue perplessità e i dubbi per l'atteggiamento tenuto dall'esecutivo italiano.

«Io credo in un altro modo di stare in Europa: un modo fatto di fermezza ma anche di relazioni, di alleanze e di conquista del consenso. Siamo consapevoli del fatto che l'Europa senza l'Italia e senza la Sardegna non sarebbe più la stessa, ma anche l'Italia e la Sardegna senza l'Europa sarebbero in un vicolo cieco senza prospettive». Un giudizio negativo sull'esito del vertice arriva anche da Antonio Tajani che vede all'orizzonte un pericolo per la tenuta dell'edificio europeo. «L'unità è a rischio. Il risultato del vertice è in parte deludente. L'unico elemento positivo è che si è avuto un documento comune che però non dà risposte positive all'Italia, se non per il risultato ottenuto dal Parlamento europeo: quello di far decidere dal Consiglio la riforma del diritto di asilo entro la fine dell'autunno». Dura anche Anna Maria Bernini: «Più vengono fuori i dettagli sui risultati del Consiglio europeo di Bruxelles e più emerge il fallimento del presidente Conte e, ahimè, dell'Italia sul fenomeno migranti, Italia sempre più isolata».

La prospettiva politica forzista è orientata verso le elezioni europee del prossimo anno, dove come conferma Tajani, Berlusconi sarà candidato. «Il prossimo obiettivo politico è quello delle Europee e dobbiamo dire che i risultati delle ultime amministrative fanno ben sperare per Forza Italia, soprattutto nel Centrosud dove il partito è stato la guida del centrodestra» dice all'evento organizzato dall'eurodeputato Salvatore Cicu a Selargius. «Elezioni europee che ci permetteranno di avere Silvio Berlusconi candidato un'altra volta alla fine di un'ingiustizia. Credo che eleggerlo al Parlamento europeo sarebbe un segnale di riconoscimento della sua leadership ma soprattutto un segnale per la democrazia e per la libertà».

Il messaggio, dunque, è quello di un ancoraggio forte al Partito popolare europeo perché soltanto la costruzione dura e faticosa di un consenso allargato all'interno delle forze più responsabili può portare risultati concreti in Europa. Da questo ancoraggio deriva l'idea di partito a cui Berlusconi continua a guardare: una forza di centro, espressione dell'elettorato moderato, aperta alla società civile, che comprenda al suo interno un mix di esperienza e giovani spendibili sul territorio e competenti.

Quindi nessun appiattimento sulla Lega ma la creazione di un soggetto di centro forte e con una riconoscibilità tale da consentire di uscire dall'angolo e dare garanzie agli elettori moderati che non si riconoscono nella Lega, nei Cinquestelle e nel centrosinistra.

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