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Europee, i vertici grillini tassano i parlamentari: bottino da 625mila euro

«Donazione» di 2mila euro per sostenere la campagna elettorale. Molti non ci stanno

Europee, i vertici grillini tassano i parlamentari: bottino da 625mila euro

La formula è sempre la stessa: i parlamentari del M5s versano una cifra su un conto corrente intestato a un'associazione con sede a Milano, Via Gerolamo Morone numero 6, uffici storici della Casaleggio Associati. E pure la dicitura coincide: i vertici, anche per il finanziamento della campagna elettorale per le europee del 26 maggio, parlano di «contributo» o di «donazione». Una procedura molto simile a quella usata per rimpolpare le casse dell'Associazione Rousseau, con gli eletti di Camera e Senato che sborsano 300 euro al mese «per il mantenimento della piattaforma». Il tutto all'indirizzo milanese caro al figlio del fondatore, centrale operativa di Rousseau e adesso sede del «comitato elettorale del Movimento 5 Stelle per le elezioni europee 2019».

Come riportato dall'AdnKronos, tra i «portavoce» di Montecitorio e Palazzo Madama c'è già chi l'ha soprannominata «euro tassa». Ma non si tratta di qualche balzello partorito nei Palazzi di Bruxelles, bensì dell'ennesimo dei doveri dei parlamentari nei confronti della casa madre in vista del prossimo appuntamento elettorale. Le voci più vicine al capo politico Luigi Di Maio tendono a smorzare le polemiche, spiegando che «è un normale contributo per la campagna elettorale, nulla di strano» mentre, al contrario, i mugugni dei peones sono sempre più insistenti. Ed è mistero sull'entità della «donazione» che non si capisce quanto sia volontaria. Alcuni rumors parlano addirittura di un forfettario stabilito sui 2mila euro. Che per ognuno dei 326 pentastellati in Parlamento fa 652mila euro totali. L'obiezione di chi storce il naso per l' «euro tassa» è semplice, quasi banale. E consiste nel non capire perché finanziare in modo così cospicuo, di tasca propria, la campagna elettorale di altre persone, in corsa per andare a sedere in un'altra istituzione. Il chiacchiericcio polemico sul contributo per le elezioni europee si va pericolosamente a sommare alla lunga serie di recriminazioni provenienti dai parlamentari, cominciate fin dall'inizio della legislatura.

L'elenco è lungo: si va dal mancato coinvolgimento nelle scelte cruciali da parte dello stato maggiore, all'insoddisfazione per gli scarsi standard di privacy e sicurezza di Rousseau fino all'insofferenza per il ruolo decisionale di un personaggio estraneo ai palazzi romani, ovvero Davide Casaleggio. In questo caso, l'insofferenza è ampiamente ricambiata dal braccio aziendale del Movimento.

Così come accade nei vari ministeri, anche nei gruppi parlamentari i grillini non badano a spese per quanto riguarda la comunicazione. Questo è un altro punto dolente negli sfoghi dei deputati, infastiditi dai 525mila euro spesi per la comunicazione, stando all'ultimo bilancio del gruppo alla Camera.

Nel frattempo c'è chi ha già contribuito per la corsa delle europee. Sono gli eurodeputati uscenti, tutti ricandidati, Laura Agea (che ha versato 3mila euro), Tiziana Beghin (3mila euro), Fabio Massimo Castaldo (4mila euro), Rosa D'Amato (4mila euro), Laura Ferrara (5mila euro), Dario Tamburrano (5mila euro) e Marco Zullo (6mila euro). E continua il battage attraverso i canali social del Movimento per il fundraising tra attivisti e simpatizzanti.

Da 20 euro in su per «continuare per cambiare, anche in Europa», come da slogan.

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