Elezioni Europee 2019

Europee, popolari in vantaggio: in crisi l'asse con i socialisti

Ppe e Pse senza maggioranza: dovranno chiedere «aiuto» all'Alde. In crescita l'Enf di Salvini-Le Pen

Europee, popolari in vantaggio: in crisi l'asse con i socialisti

Il prossimo Parlamento di Strasburgo potrebbe essere il primo, nella storia di questa prestigiosa istituzione, a non vedere il duopolio Popolari-Socialisti farsi maggioranza. E proprio dagli uffici di Strasburgo ieri sono stati resi pubblici i risultati di un sondaggio commissionato alla società Kantar Public. Un sondaggio che ha raccolto, nei primi giorni di febbraio, l'intenzione di voto degli elettori dei ventotto Paesi europei.

Per la prima volta, dicevamo, i gruppi dei Popolari e dei Socialisti potrebbero non arrivare a coprire la maggioranza dei seggi. Il loro calo è così ripartito: il Partito popolare dovrebbe passare da 217 a 183 rappresentanti mentre il Pse passerebbe da 186 a 135. I due gruppi sono ovviamente quelli in cui è più forte il segno europeista, quindi il calo dei consensi nei loro confronti viene considerato una sfiducia da parte degli elettori nei confronti dell'istituzione europea. Naturale conseguenza di questa «sfiducia» è la crescita dei partiti euroscettici. Primo fra tutti proprio la Lega di Matteo Salvini che diventerebbe il primo partito in Italia con oltre il 32% dei voti. Questo risultato si traduce, in termini di seggi, in 27 eurodeputati, secondi in Europa solo alla tedesca Cdu/Csu (29 seggi). Paradossalmente per il Carroccio si tratta di stime inferiori a quelle registrate negli ultimi sondaggi sul consenso che il partito di Matteo Salvini sta registrando nel nostro Paese sulla base dei risultati ottenuti in Abruzzo.

Le ultime battaglie della Lega (lotta all'immigrazione clandestina e prezzo del latte) stanno convogliando tutto l'euroscetticismo nostrano proprio verso il simbolo leghista. Il secondo partito resta il Movimento 5 Stelle che dovrebbe portare 22 rappresentanti a Strasburgo (con i dati offerti da questo sondaggio che assegnano ai grillini il 25,7% dei consensi). Seguono poi il Partito democratico con il 17,3% dei voti e 15 europarlamentari (meno della metà di quelli ottenuti con il 40% dei consensi cinque anni fa, primo traguardo ottenuto dall'allora stella nascente del partito Matteo Renzi). La rappresentanza italiana a Strasburgo poi si dovrebbe esaurire con la presenza di circa sette parlamentari dei Forza Italia (8,7% dei consensi) e quattro eurodeputati di Fratelli d'Italia.

Unendo i dati italiani al resto dello scacchiere europeo si nota che il gruppo che guadagna più voti è la famiglia dei populisti. L'acronimo Enf corrisponde in italiano alla dicitura Europa delle Nazioni e della libertà. Il gruppo, per intenderci, dove convivono d'amore e d'accordo Marine Le Pen e Matteo Salvini. Questo gruppo passerebbe dagli attuali 37 ai probabili 59 seggi. A crescere, ma in maniera più contenuta è anche il gruppo Alde (Alleanza dei democratici e dei liberali) che passerebbe da 68 a 75 seggi. Ed è forse proprio a questo gruppo che dovranno ricorrere Ppe e Pse per trovare un argine concreto al montante euroscetticismo dei sovranisti e dei populisti. Anche i Verdi, poi, perderebbero seggi secondo le proiezioni dei sondaggisti. Passerebbero da 52 a 45 seggi perdendo ben sette rappresentanti.

L'unico gruppo in controtendenza è quello dei Conservatori e riformisti. Si tratta di sovranisti euroscettici che accolgono nelle loro file i rappresentanti di Fratelli d'Italia. Il partito della Meloni, nel quadro europeo, però, è l'unico a non perdere (4 rappresentanti) mentre il gruppo nel suo insieme passerebbe da 75 a 51 rappresentanti.

A rimanere sostanzialmente stabile è la famiglia europea che fa della democrazia diretta la sua bandiera.

L'Efdd (che vanta anche la presenza dei grillini nostrani) crescerebbe di poco (da 41 a 43 rappresentanti) mentre la Sinistra unitaria europea scenderebbe - secondo queste stime - da 52 a 46 eurodeputati.

Commenti