Cronache

Evade dai domiciliari e ammazza la moglie. Poi la fuga e il suicidio

Dopo una lite l'uomo ha fatto fuoco contro la donna già aggredita in passato

Evade dai domiciliari e ammazza la moglie. Poi la fuga e il suicidio

Serbo uccide la moglie con tre colpi di pistola e poi si spara un colpo in bocca. Era evaso dai domiciliari a luglio scorso ed era già stato arrestato per violenze, maltrattamenti e atti persecutori il serbo che ieri mattina ha freddato la compagna a Madonna di Lonigo, nel vicentino, uccidendola come in un'esecuzione. Le ha esploso tre colpi di pistola, due al petto e uno alla testa, non si esclude il quarto e l'ha ammazzata a sangue freddo dentro l'auto di lei, lasciandola lì senza vita. I due erano in auto insieme anche se il loro rapporto da novembre 2017 era ormai finito. Lui, Zoran Lukijanovic, 41 anni, forse le aveva estorto un passaggio e forse l'aveva attirata a quell'appuntamento ricattandola. Qui sarebbe esplosa l'ennesima lite: lui è sceso dalla macchina, ha imbracciato l'arma, una 7.65 semiautomatica e l'ha ammazzata. Poi è fuggito a piedi. Dopo averla uccisa, ha raggiunto la casa della suocera con la sua auto, una Volkswagen Passat grigia, dove c'era la figlioletta di quattro anni, e senza dire nulla ha salutato la figlia e poi è scappato facendo perdere le sue tracce per qualche ora. All'omicidio hanno assistito almeno due persone: ma la prima terrorizzata dalle esplosioni dell'arma da fuoco non è riuscita a fare nulla e si è dileguata, la seconda, sotto choc, non ha avuto la prontezza di chiamare le forze dell'ordine. A chiamarle è stato un operaio di un'azienda vicina che ha visto il corpo della donna insanguinato a terra e i bossoli dei proiettili. Ma lei, Tanja Dugalic, 33 anni, serba come l'omicida ormai era già morta. La donna è stata anche soccorsa da un'ambulanza giunta sul posto ma non c'era più nulla da fare. Subito è scattata la caccia all'uomo. I carabinieri del reparto operativo della Compagnia di Vicenza si sono attivati e hanno cominciato a setacciare la zona, sirene, clacson e posti di blocco ovunque; un'area ampia e dispersiva data la vicina zona industriale. Dopo qualche ora, all'incirca alle 12.30, l'omicida è stato rintracciato nell'area di servizio di Arino, nel veneziano, dell'autostrada A4. Aveva parcheggiato accanto a dei tir e si stava muovendo in mezzo al piazzale. Quando ha visto gli agenti della Polizia stradale ha sparato due colpi in aria e poi con quella stessa semiautomatica con cui aveva ammazzato la moglie si è sparato un colpo in bocca, facendola finita. I medici che sono intervenuti hanno tentato invano di tenerlo in vita, e con l'elisoccorso lo hanno trasferito in condizioni gravissime, all'ospedale di Padova dove poi è morto. Il serbo era evaso lo scorso luglio dagli arresti domiciliari, una misura disposta dai giudici per le violenze contro la moglie. E infatti, dopo una serie di soprusi, aggressioni e violenze all'uomo, che aveva già subito un arresto, era stato pure notificato il divieto di avvicinamento alla donna e alla casa familiare ad Orgiano, sempre nel vicentino. Così si era spostato a Lonigo, a una decina di chilometri di distanza, ma nonostante il provvedimento cautelare, le violenze erano continuate tanto da richiedere gli arresti domiciliari. Arresti che il serbo però non ha rispettato. È evaso. E da luglio i carabinieri non avevano più sue notizie. Ieri, dopo l'ennesima lite, l'epilogo: lui ha ammazzato lei e poi si è sparato.

Nella sua auto: una specie di altarino con delle foto di famiglia che l'uomo aveva allestito sul cruscotto e sui sedili.

Commenti