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Evasi 35 miliardi di Iva. L'Ue striglia il governo: ​la manovra è già in salita

L'Italia è il peggior riscossore di tutta Europa. Dai bersaniani primo sgambetto al Def

Evasi 35 miliardi di Iva. L'Ue striglia il governo: ​la manovra è già in salita

Gentiloni è alla fine, per dirla con il Massimo D'Alema ultima maniera, gauchista alla Corbyn. «E siamo persone responsabili - aggiungeva intervistato dal Corsera - non vogliamo fare la campagna elettorale con la trojka». Magari con in casa la trojka no, ma con i richiami dell'Europa sì. Come per lo studio diffuso ieri dalla Commissione Ue, che ci vede al primo posto tra i Paesi che non riescono a riscuotere l'Iva, e dunque detentori del record nel divario tra il gettito atteso e la somma effettivamente riscossa. Non bruscolini: più di 35 miliardi nel 2015, alla faccia dei continui annunci dei governi sulla lotta all'evasione e quelli, renziani, su un recente abbattimento della tassazione in Italia (in fin dei conti, anch'essa da annoverare tra le cause che possono far crescere la tentazione di evadere). Per la Commissione, «il mancato gettito rimane a livelli intollerabili», visto che per la Ue si tratta di una perdita complessiva di 152 miliardi di euro. Dopo l'Italia, i divari maggiori si sono registrati in Romania (37%), Slovacchia (29,4%) e Grecia (28,3%). I più «virtuosi», a sorpresa, Croazia (3,9%) e Spagna (3,5%).

Se l'Europa ci tira le orecchie, sono dati che non agevolano il lavoro di Padoan sulla prossima manovra, preceduta dalla presentazione del Def. Un cammino che si preannuncia già irto di ostacoli e difficoltà pure sul versante politico, come si è visto ieri al primo voto contrario dei bersaniani proprio sulla nota di aggiornamento al Documento di programmazione. Il quale è giunto in Commissione Lavoro al Senato privo dell'indicazione dei principali ambiti di intervento. «Un suo importante elemento previsto in modo tassativo dalla legge», faceva notare il pd Tonini al viceministro Morando. Lacuna tra le altre - il ministro Padoan dovrebbe colmarle martedì prossimo, nella prevista audizione - che non rappresenta certo una buona carta di presentazione del Def. Dal quale, rilevava l'azzurro Brunetta lodando il lavoro dei funzionari di Camera e Senato, non mancavano di emergere «tutte le bufale di Renzi, Padoan e Gentiloni».

In ogni caso non era per questa incompletezza alla sua «prima uscita» che i bersaniani votavano contro il Def, quanto per la mancanza di un altro elemento, stavolta di carattere esclusivamente politico: la «discontinuità». Si sapeva benissimo che quello del lavoro è un terreno di scontro privilegiato, per gli scissionisti del Pd. Tale da marcare la loro distanza da Renzi e dalle sue politiche a lungo osteggiate. L'ex leader Pier Luigi Bersani lo ribadiva ancora alla festa nazionale del partito, ieri sera inaugurata a Napoli (tra le contestazioni dei disoccupati al governatore campano De Luca che, vista la malaparata, ha poi disertato il dibattito cui era stato invitato). «Noi abbiamo chiesto degli interventi e non siamo stati ascoltati - il cahier de doleances di Bersani - Noi siamo gente di governo, la trojka non la facciamo arrivare ma le nostre cose le diciamo e il governo deve aprire le orecchie non solo a quello che dice Alfano sullo ius soli, deve ascoltare anche noi o si assumerà le sue responsabilità».

L'inizio ufficiale della campagna elettorale, tra il treno renziano e le regionali siciliane, non aiuta a rasserenare gli animi. D'altronde la nuova legge elettorale viene vista dai bersaniani come la prova della malafede di Renzi, visto che poggia sul presupposto di una coalizione di centrosinistra che non sboccerà tra Mdp e Pd. Di sicuro non negli eventuali collegi del Rosatellum bis, aveva spiegato D'Alema (costretto a smentire di aver detto «mai» a una possibile alleanza). Ma il punto, e anche questo fa infuriare i bersaniani, è che la legge voluta dal segretario piddino sembra fatta apposta per puntare sulla psicologia del «voto utile» e, in caso di sconfitta, di precostituirsi un alibi: «Vedete, tutta colpa di Bersani e D'Alema...

».

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