Politica

"Evitare l'aumento dell'Iva". Ma nessuno fa il primo passo

L'appello del «Giornale» a scongiurare la stangata trova sponde tra i partiti. Però il governo non si attiva

"Evitare l'aumento dell'Iva". Ma nessuno fa il primo passo

Se il messaggio politico che chiedono le associazioni dei commercianti e dei consumatori è l'impegno dei partiti a cancellare l'aumento dell'Iva, la missione è compiuta. Se invece esercenti e cittadini si aspettano la certezza che saranno disinnescati i rincari, tutto si complica.

I tempi della politica si incastrano male con la sessione di bilancio e c'è il rischio che alla fine ci sia poco tempo per rinviare l'aumento delle aliquote Iva (oggi al 22 e al 10 per cento, poi al 24,2% e 11,5%)

La volontà di farlo diventerà esplicita nel passaggio parlamentare del Def. Forza Italia ne fa un punto d'onore. «L'Iva va sterilizzata e questo deve essere un orientamento da inserire nelle risoluzioni sul Def. Non bisogna dimenticare che quando Padoan dice che nel documento scriverà solo il tendenziale, dice che verrà approvato un documento che non è neutrale e incorpora gli aumenti». Nell'atto di indirizzo che sta scrivendo lo stesso Brunetta il riferimento all'Iva c'è. «Bisognerà confrontarsi con gli altri partiti della coalizione». Successivamente con le altre forze. «Io penso che con il Pd ci possano essere convergenze, ma anche con i Cinque stelle». Anche l'azzurro Luca Squeri parla della necessità di «una scelta corale e condivisa da parte» dei partiti.

Per ora una risoluzione unica del centrodestra sul Def non è in programma. Ma non è esclusa. «Ancora non ci siamo sentiti, vediamo», commenta Armando Siri della Lega. «Abbiamo assolutamente chiara l'idea che l'Iva non debba aumentare e nella risoluzione indicheremo anche le coperture. Comunque c'è un'ultima occasione per agire che è la nota di aggiornamento del Def in ottobre».

Di Iva ha parlato anche Salvini, quando non ha escluso di sforare il tetto del deficit al 3%. «Se devo trovare nell'arco dei prossimi due anni 31 miliardi per evitare l'aumento dell'Iva, delle tasse e delle accise, perché qualcuno così ha deciso, l'ultima cosa che farò al governo è aumentare l'Iva, le tasse e le accise. Contratteremo con Bruxelles un modo sereno e reciprocamente utile».

Difficile capire come la pensi il Pd in questa fase di passaggio. Ma Francesco Boccia, ex presidente della Commissione Bilancio della Camera, è sicuro di due cose. Primo, i democratici vogliono sterilizzare gli aumenti e su questo «non c'è discussione».

Secondo, bisogna fare presto. Quindi Boccia non la pensa come il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che si è impegnato solo per approvare un Def in versione leggera, senza nessun impegno, lasciando al prossimo governo l'onere di inserire scelte e relativi costi per i conti pubblici.

«Il tempo non potrebbe esserci - osserva Boccia - perché la nota di aggiornamento del Def definisce il perimetro dei saldi della manovra in vista della legge di Bilancio». Ma da qui all'autunno, non mandare nessun messaggio di chiarezza è un errore che potrebbe incidere in negativo sulla fiducia dei mercati e delle famiglie. «Non dovrebbe essere una cosa particolarmente complicata mandare alcuni messaggi su due o tre aspetti», compresa l'Iva. Per le forze politiche, anzi, potrebbe diventare «un buon esercizio per dimostrare senso delle istituzioni se si indicassero alcuni obiettivi da raggiungere con la manovra, compresa la necessità di neutralizzare le clausole di salvaguardia». Poi tutto il resto lo deciderà il prossimo governo.

Interpellati in merito, esponenti del M5S non hanno risposto. Nei giorni scorsi il movimento aveva preso l'impegno a disinnescare le clausole. Ma ieri il clima politico era meno favorevole a intese traversali.

Anche su scelte condivise come evitare una stangata sulle famiglie.

Commenti