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Fake e "bollini", quel difficile sbarco sui social

Per ottenere da Twitter l'account certificato, il prof ha dovuto chiudere il profilo personale

Fake  e "bollini", quel difficile sbarco sui social

Roma Il volenteroso debutto social del premier incaricato si sta risolvendo in una crisi di identità. Perché se è vero che Giuseppe Conte aveva una sua notorietà negli ambienti degli avvocati romani, gli stessi cui appartiene Giulio Napolitano, figlio dell'ex capo dello Stato (e dell'esperto reclutato da Di Maio, Giacinto della Cananea), nel mondo dei social network il professore di diritto privato era un alieno, senza nemmeno una pagina Facebook. Talmente anonimo che il suo account ufficiale su Twitter da aspirante inquilino di Palazzo Chigi (@ConteUfficiale) si è perso in un mare di cloni, account fasulli creati dal popolo di mattacchioni che affolla la Rete.

Uno in particolare, @ContePremier, fino a ieri mattina aveva 8.500 follower, cioè mille seguaci in più di quanti ne contasse la pagina ufficiale del premier grilloleghista. Merito anche di una riuscitissima battuta sul curriculum taroccato di Conte: «Mi sto preparando a salire al Quirinale. Per me è un'emozione grandissima, paragonabile solo a quando posai il piede sulla Luna». E ancora: «Il mio governo avrà ministri giovani, preparati e dinamici. Vi dirò di più appena mi manderanno la lista dei nomi».

Ironie a parte, la breve avventura di Conte sui social network si è rivelata un caos. Appena ufficializzato l'incarico da parte del Quirinale, il professore aveva subito creato un account con tanto di bandiera tricolore, generando subito una comprensibile curiosità. Ma complice la moltiplicazione dei cloni e il fatto di avere un nome piuttosto comune, non sono mancati gli equivoci al limite della comica. Un altro account fasullo, ProfGiusConte, aveva twittato delle altrettanto fasulle scuse per il curriculum taroccato: «Per un errore, mi è stato attribuito un perfezionamento presso la New York University che non è mai avvenuto. Chiedo scusa!» e anche un messaggio di scuse per aver dato la notizia (inventata, per fortuna) della morte di Mario Draghi.

Il problema è che alcuni giornalisti e anche esponenti delle istituzioni avevano cominciato a seguire le pagine fake e in alcuni casi avevano anche ritwittato i messaggi dei falsi premier. Una grana non da poco: basti pensare a cosa sarebbe potuto succedere se una notizia falsa in grado di influenzare i mercati si fosse diffusa. E ieri mattina Conte ha gettato la spugna e chiesto a Twitter «la spunta blu» che identifica gli account vip, una sorta «certificato di esistenza in vita» che l'azienda americana aveva smesso di concedere. Ma la situazione era talmente compromessa che ieri Twitter ha dovuto cancellare tutti gli account fake e anche quello ufficiale, per crearne uno nuovo con il formato destinato ai leader politici: «@GiuseppeConteIT». Un incidente piuttosto imbarazzante anche per la Casaleggio società specializzata in comunicazione social.

Almeno in teoria.

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