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Fallimento dopo fallimento il Gambero rosso va in Borsa

MilanoDall'enogastronomia «de sinistra» allo sbarco nel tempio del capitalismo. È la parabola del Gambero Rosso, holding del sapore made in Italy nata negli anni Ottanta come rivista allegata al Manifesto e oggi pronta a quotarsi niente di meno che in Borsa. In mezzo una vicenda trentennale di successi e qualche passo più lungo della gamba. L'inserto del quotidiano comunista inaugurato nel 1986 e fondato dal compianto Stefano Bonilli rappresentò al contempo una rivoluzione culturale per la sinistra italiana (per la prima volta dopo il medioevo ideologico degli anni Settanta si concesse all'uomo medio progressista l'ipotesi di godere di qualche piacere frivolo) e l'avvio della stagione dell'enogastronomia come fenomeno mediatico. Pian piano il marchio Gambero Rosso fu applicato alle guide (storiche quelle dei vini e dei ristoranti, oggi affiancate da numerose referenze: trattorie, pizzerie, bar, pasticcerie, street food, oltre a quelle focalizzate sulle metropoli), a una rivista sempre più patinata, a un canale tv oggi sulla piattaforma Sky, alle scuole di cucina, alle quattro Città del Gusto (Roma, la prima, faraonicamente inaugurata nel 2002, e poi Napoli-Bagnoli, Palermo e Catania), al bollino di qualità apposto su alcuni prodotti di una catena di supermercati. Ma non solo rose e fiori, anzi pane e vino: in mezzo ci sono stati addii controversi (quello del fondatore Stefano Bonilli, del re dei degustatori di vino Daniele Cernilli, di Marco Bolasco), ridimensionamenti pesanti, con licenziamenti e il trasferimento della Città del Gusto di Roma dall'inutilmente enorme sede dell'Ostiense a una più piccola al Casaletto, voci ricorrenti di difficoltà economiche.

Oggi però il presidente e amministratore delegato della holding GR, Paolo Cuccia, vede rosa: «Il 2015 sta crescendo molto bene. Malgrado sia la parte dell'anno in cui investiamo, il primo semestre è andato bene e mostra una crescita dell'utile netto». L'anno della svolta è stato il 2014, quando l'azienda è tornata in utile per 880mila euro contro il rosso di 1,165 milioni del 2013. L'indebitamento però resta; 4,3 milioni con le banche e 7 milioni con l'erario, rateizzati.

E ora la Borsa. Gambero Rosso da martedì scorso è quotato - prima media company del settore enogastronomico a livello internazionale - al mercato Aim (Alternative Investiment Market), il mercato dedicato alle pmi italiane, dove sono già presenti numerose aziende vinicole. «Dalla quotazione - spiega Cuccia nella lettera con cui annuncia l'operazione - Gambero Rosso si propone di raccogliere circa 7 milioni di euro attraverso la sottoscrizione delle nuove azioni da parte di investitori professionali che ci hanno già accordato la loro fiducia ma soprattutto del settore retail e singoli risparmiatori».

Il collocamento, che avrò termine il 24 settembre, è curato dalla Banca Popolare di Vicenza.

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