Politica

Fantasie eclettiche, strass e bretelle Ciò che indossa lui sta bene anche a lei

Un supereroe quotidiano per De Vincenzo L'eleganza scanzonata firmata Paoloni

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Firenze La saggezza linguistica del Devoto-Oli dice che l'ambivalenza è una condizione pricopatica di chi prova sentimenti antitetici tra loro tipo amore e odio. Gli stilisti che ieri hanno sfilato a Firenze per l'edizione numero 96 di Pitti Immagine Uomo non la pensano così e nel proporre una moda ambivalente riaprono il fronte delle discussioni sull'identità di genere.

«Il mio è un uomo reale che alterna moderazione ed eccessi, rigore e kryproninte: un supereroe quotidiano» dice Marco De Vincenzo poco prima di far sfilare la sua prima collezione maschile sotto le volute art nouveau del Tepidarium del Roster. Titolo di questo riuscitissimo debutto PUM!, una parola onomatopeica che nel linguaggio dei fumetti significa 30 cose diverse: dal colpo alla sorpresa, dallo sparo alla paura. In realtà non c'è niente di così drammatico in questi capi che nel 90 per cento dei casi sono realizzati con il plissé, la speciale tecnica di pieghettatura dei tessuti cara a Fortuny e al grande Issey Miyake. Quelli di De Vincenzo sono tessuti tridimensionali ottenuti accorpando per esempio l'organza plissettata sul fresco di lana. Il risultato è semplicemente sensazionale perché niente è ciò che sembra e le righe del gessato si aprono a libro mentre il quadretto del finestrato diventa un rilievo. Il bello è che tutto ciò che indossa lui sta bene a lei, mentre qualcosa di tipicamente femminile come il luccichio degli strass sulle bretelle oppure su un piccolo borsellino attaccato alla cintura entra in punta di piedi nel guardaroba di lui. Succede un po' la stessa cosa nella prima sfilata uomo di Givenchy, storico marchio francese disegnato da due anni da Clare Waight Keller, talentuosa desiger britannica prediletta da Meghan Markle. «Volevo offrire due diversi punti di vista sulla stessa cosa» spiega a proposito delle sei donne in passerella vestite con gli stessi completi di questa bella collezione maschile nata da un dialogo serrato tra il poetico e la modernità. «Sono partita dallo streetwear per arrivare a Baudelaire, dai tessuti tecnici coreani ai più lussuosi broccati da tappezzeria» conclude nell'incredibile cornice della seicentesca Villa Palmieri che sorge nel luogo in cui Boccaccio scrisse il Decamerone e che ha ospitato per ben quattro anni le vacanze estive della Regina Vittoria.

«Il problema è non rendere l'uomo una triste parodia della donna e viceversa» dice Brunello Cucinelli, stilista filosofo che ha sempre puntato su chiarezza e integrità. Ecco quindi i suoi classici completi con i pantaloni che lasciano scoperta la caviglia, le belle giacche da un petto e mezzo con un'idea ben precisa di sartorialità, quei colori neutri e terrosi che d'estate stanno bene tanto agli uomini quanto alle donne. «Nella mia moda c'è lo stesso gusto indipendentemente dal genere, ma non di più» conclude Brunello mentre la minore delle sue figlie dimostra come ci si può vestire alla maschietta senza rinunciare alla femminilità. La pensano nello stesso modo in quasi tutti gli stand della Fortezza da Basso dove si registra il tutto esaurito nonostante il caldo demoniaco che attanaglia Firenze. Da Paoloni è di scena quell'eleganza scanzonata ma senza errori che ha reso mitica la vita a Cuba negli anni Quaranta e Cinquanta. Le grandi righe del completo giacca e panciotto di jersey fanno da divertente contrappunto ai colori pallidi e sbiaditi dello stile coloniale reso moderno e senza nostalgie dall'uso dei tessuti tipo le mischie di lino, cotone e seta oppure il nylon di nuova generazione che è perfettamente traspirante e trattato in modo sartoriale. Dalla Cuba di Buenavista Social Club si passa al Marocco privo di sapore etnico messo a punto per Manuel Ritz, marchio giovane del Gruppo Paoloni nato in provincia di Macerata 35 anni fa. L'uso supremo del colore e delle tipiche fantasie rubate ai tappeti e alle maioliche chiude il cerchio dell'ispirazione. A latere le bellissime T-shirt con i disegni del giornalista Fabrizio Sclavi dedicati allo sport e alle imminenti Olimpiadi di Tokyo.

Si torna a parlare di ambivalenza da Collini Milano, marchio creato nel 1937 recentemente rilevato da Carmine Rotondaro, irresistibile avvocato di origini calabresi che ha lavorato per 16 nel Gruppo Kering come avvocato e fiscalista specializzato in diritto internazionale per poi approdare alla moda più esagerata che si possa immaginare. La sua fonte d'ispirazione? «L'armadio della mia ragazza» risponde ridendo davanti ai rutilanti cappotti in serpente dorato, agli stivaletti cubani con speroni come spilli e glitter da tutte le parti e alle catene grondanti brillanti e micropugnali dorati. Difficile pensare che un uomo dai gusti etero possa vestirsi così. Eppure..

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