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Il fattore Strasburgo sul voto: sentenza attesa a settembre

Voci di un'accelerazione del verdetto sulla candidabilità di Berlusconi. Mercoledì il contatto decisivo con Renzi

Il fattore Strasburgo sul voto: sentenza attesa a settembre

Sono ore decisive per il futuro della legislatura e per la possibile accelerazione verso le urne. E questa fibrillazione si respira nitidamente dalle parti di Arcore e di Piazza San Lorenzo in Lucina, così come al Nazareno.

I contatti tra gli sherpa di Forza Italia e del Pd sulla legge elettorale ispirata al modello tedesco proposta dagli azzurri sono in corso almeno da un paio di giorni, con un ruolo importante di Gianni Letta. E secondo alcune indiscrezioni mercoledì pomeriggio potrebbe andare in scena un contatto decisivo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, il giorno dopo la direzione del Pd. Questa «fase due», però, prenderà corpo soltanto se lo scenario si chiarirà e si dimostrerà l'intenzione dei renziani di fare sul serio, anche se circola ottimismo. «Forza Italia in tutta questa vicenda è l'unica che ha sempre avuto le idee chiare e ha tenuto ferma la sua posizione sull'armonizzazione dei due sistemi attraverso un impianto proporzionale» spiegano i dirigenti azzurri. «Vediamo se Renzi e i Cinque stelle dimostreranno di volerla davvero una legge elettorale condivisa».

Questo clima di attesa si intreccia con un'altra indiscrezione su cui lo stato maggiore di Forza Italia ragiona con la necessaria prudenza: quella di una possibile accelerazione della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che potrebbe restituire la piena agibilità politica a Berlusconi. Ebbene secondo queste voci il verdetto della Grande Camera sulla applicazione retroattiva della legge Severino e la violazione del principio di legalità, racchiuso nell'art. 7 Cedu, dopo una infinita attesa, potrebbe arrivare nel prossimo mese di settembre. Se il pronunciamento fosse positivo Forza Italia potrebbe contare sul ritorno a pieno regime del proprio leader. In questa chiave l'opzione migliore sarebbe quella del voto il 22 ottobre, tenendo conto dei tempi tecnici per la presentazione delle liste, anche se ci potrebbe essere la richiesta di una candidatura sub judice. Berlusconi ha più volte ribadito che in ogni caso sarà in campo nella prossima campagna elettorale. Una presenza assicurata già in vista del voto ormai imminente voto per le Amministrative. Non a caso nei prossimi giorni il presidente di Forza Italia concederà alcune interviste a media locali e definirà un calendario di apparizioni tv, con alcuni possibili blitz in loco, ovvero nelle città dove si apriranno le urne.

Forza Italia sulla sua proposta elettorale - alla quale ha dato il suo plauso anche Stefano Parisi riconoscendo «la lungimiranza di Berlusconi» - ha compiuto ieri tutti i necessari passaggi formali. In Commissione Affari Costituzionali - «dopo un approfondito lavoro portato avanti da Brunetta, Occhiuto, Sisto, Fontana, Calabria, Centemero e Ravetto» - ha presentato 4 emendamenti al Rosatellum per trasformarlo in un «tedesco vero». Il messaggio recapitato a Largo del Nazareno è chiaro: «Noi facciamo sul serio, siamo pronti a dare la nostra disponibilità sulla legge elettorale, ma niente scherzi». Perché l'accordo sul voto in autunno tiene solo se c'è il proporzionale.

Della serie: o dentro o fuori, «niente giochetti».

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