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Fava, il leghista ribelle che non tifa Le Pen. "Vuole abolire le regioni, folle stare con lei"

L'assessore lombardo in corsa per la segreteria: "Salvini parla solo di migranti e dimentica le nostre battaglie. Il vero problema non è Bruxelles, ma l'Italia"

Fava, il leghista ribelle che non tifa Le Pen. "Vuole abolire le regioni, folle stare con lei"

Milano - Anche la Lega fa le primarie per scegliere il nuovo segretario del partito. I candidati sono due, il leader in carica Matteo Salvini che punta alla riconferma e lo sfidante, l'antisalviniano Gianni Fava, assessore della giunta regionale lombarda guidata da Bobo Maroni. Anche se il primo ostacolo, la raccolta di mille firme entro domenica, è ancora da superare (le primarie saranno poi il 14, il congresso finale il 21 maggio). «C'è un clima infuocato, boicottaggi nelle sezioni contro la mia candidatura, addirittura minacce - racconta Fava - Spero che Salvini non ne sia al corrente ma sarebbe strano non lo fosse». Lo sfidante Fava vuole dare voce a quel pezzo di Lega che non condivide la linea nazionalista-lepenista di Salvini. «Sta snaturando la Lega abbracciando i temi dell'estrema destra, mentre il nostro messaggio storico, l'autonomia del Nord, è ancora più forte di vent'anni fa perché nel mezzo c'è stata una crisi economica che ci ha impoveriti. Dobbiamo parlare di economia, di partite Iva, della difficoltà del ceto medio, mentre ci stiamo occupando solo di immigrazione, che rappresenta certamente un problema ma non può far passare in secondo piano le nostre battaglie. Non è vero che la causa di tutto è l'Europa, il vero problema è l'Italia, uno Stato inadeguato e inefficiente che non è mai diventato una nazione, a cui Lombardia e Veneto regalano ogni anno 70 miliardi di residuo fiscale. Anche i 10mila forestali della Calabria, non li ha assunti mica Bruxelles».

La sfida di Fava per la leadership di via Bellerio è appoggiata da Umberto Bossi, che si è presentato con lui in diverse sezioni per la raccolta delle firme, cogliendo l'occasione per attaccare Salvini (non una novità): «Se succede qualcosa nella Lega, Salvini è un uomo senza sedia e quindi è un uomo morto», ha sibilato il fondatore del Carroccio. Il governatore Maroni non ha preso posizione, ma in molti dentro la Lega pensano che la corsa di Fava abbia il placet dell'ex ministro. Anche la vecchia guardia leghista appoggia l'assessore lombardo. Come il leghista della prima ora Erminio Boso, che picchia giù duro: «Salvini non capisce niente, perde i voti del Nord. La ragazza con gli occhi grandi (la Meloni, ndr) gli ha messo quattro fascistelli intorno che lo consigliano e non gli fanno capire nulla di politica», dice l'ex senatore a Lettera43.

La distanza è abissale anche sul fronte delle alleanze. Se Salvini tifa Le Pen, per Fava l'asse con il Fn è contronatura. «La Lega è autonomista e indipendentista, non posso credere che il nostro riferimento europeo sia un soggetto che al secondo punto del suo programma ha la cancellazione delle regioni e delle autonomie. È la negazione della nostra storia». Con Salvini la Lega, però, è cresciuta: «Nei sondaggi. Il vero banco di prova saranno le regionali in Sicilia in autunno, dove si presenta il movimento di Salvini. Finora i risultati sono stati modesti». Quanto al centrodestra, lo sfidante Fava ha le idee chiare: «Il modello più azzeccato è quello che governa la Lombardia», cioè una coalizione classica.

«L'alleanza con Berlusconi è quasi naturale, purché ci dimostri di essere l'uomo che contribuisce alla nostra libertà sostenendo con convinzione i referendum per l'autonoma di Lombardia e Veneto».

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